
Il report di Altems mette in luce i prezzi esorbitanti dei tamponi giornalieri
La Sanità pubblica è andata incontro a spese davvero straordinarie fin dall’inizio della pandemia da Coronavirus: non solo personale, ma anche mascherine e strumenti di prevenzione in generale, divise, sterilizzazioni. E naturalmente, i tamponi: secondo i dati forniti dal bollettino del 19 ottobre solo nelle 24 ore precedenti sono stati effettuati 98 mila tamponi. Il giorno precedente erano stati 146 mila.
Senza dubbio la seconda ondata di contagi ha comportato un ulteriore aggravio della spesa per lo Stato, che spende per ogni kit, comprensivo di tampone più reagente, una cifra pari a 35 euro, se si considera anche la spesa per il personale e l’impatto organizzativo per i laboratori di microbiologia che devono esaminare i campioni.
I dati arrivano dall’Università Cattolica Campus di Roma, che mette a disposizione alcune tabelle per capire quanto spende ogni Regione, considerando quando è possibile anche quelli fatti dai centri privati che hanno un costo più alto, compreso tra i 50 e i 100 euro.
Il problema dell’aumento dei tamponi è dovuto sia alla seconda, rapida ondata, sia alla fine della quarantena: durante il lockdown ogni positivo generava un numero ristretto di contatti diretti, mentre oggi la possibilità di uscire causa anche un numero più elevato di persone che è necessario controllare.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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