
Il settore era già in difficoltà, si prevede un calo di 64 milioni di euro
Le sale cinematografiche sono state duramente colpite dal primo lockdown: nel periodo compreso tra febbraio e giugno 2020 si sono registrati oltre 30 milioni di spettatori in meno, che hanno comportato oltre 300 milioni di euro di fatturato persi.
Le nuove chiusure autunnali predisposte dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri lo scorso 26 ottobre, sono destinate a esporre tutta l’industria cinematografica a nuovi, drastici cali di incassi: oltre 64 milioni di euro, secondo le prime stime.
Un grosso danno per i 142 mila lavoratori del comparto, che non hanno potuto contare suuna risalita dei ricavi nel breve periodo di aperture, nonostante l’adeguamento delle strutture ai protocolli sanitari: l’ultimo box office ha registrato 1,5 milioni di euro di ricavi, l’82% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Lo scarto è ancora più consistente se si prende in considerazione il periodo compreso tra gennaio e maggio: nel 2019 gli introiti erano stati 635,5 milioni, nel 2020 si sono abbassati a 148,7 milioni.
Sono state numerose le proteste del mondo dello spettacolo contro la decisione del Governo. Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha spiegato che la ragione dietro questa decisione è quella di ridurre la mobilità delle persone. Il Paese si trova ancora una volta a dover scegliere tra l’emergenza sanitaria che intasa gli ospedali e l’emergenza economica che sta mettendo a dura prova milioni di famiglie.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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