
“Da Next Generation EU spinta da 1,2 punti di Pil. Ma servono riforme strutturali”
«L’economia italiana ha mostrato una buona resilienza, anche più delle previsioni, nel terzo trimestre 2020». E’ quanto emerge dal rapporto di Prometeia appena reso noto, secondo cui dai fondi europei arriverà una spinta da 1,2 punti di Pil.
A influire positivamente sono la politica fiscale, che ha sostenuto i redditi, e quella monetaria comune che ha rafforzato il credito ma la seconda ondata della pandemia porterà con sé un lascito non trascurabile nel 2021. Per questo, e per le difficoltà di implementazione dei fondi del Next Generation EU, Prometeia ha ridotto la stima per il 2021: il rimbalzo del Pil in Italia sarà del +4,8% e non del +6,2% stimato a settembre, mentre per il 2020 si prevede una contrazione pari a -9,1%.
Per il Pil dell’area euro Prometeia prevede una contrazione del 7,2% e un recupero del 3,9% nel 2021. «La Germania, che quest’anno ha messo in campo risorse per 4,7 punti percentuali di Pil e liquidità per 19,6 punti, pur beneficiando dei fondi europei in misura più limitata, è prevista recuperare il livello pre-crisi entro il 2021. L’Italia tornerà ai livelli pre-crisi nel 2023. Dal lato opposto la Spagna che, tra i maggiori beneficiari dei fondi europei insieme all’Italia, al 2023 non avrà recuperato i livelli pre-crisi», si legge nel report.
Affinché il Recovery Fund aiuti il recupero dell’economia italiana servono riforme strutturali. Secondo Prometeia infatti è necessario che i progetti di investimento finanziati siano mirati a recuperare i limiti strutturali che ostacolano la crescita e realizzare le riforme non ancora attuate, in particolare quella delle amministrazioni pubbliche. «Se i progetti selezionati rappresenteranno veramente una spinta alla digitalizzazione, alla qualità dell’istruzione, a una nuova infrastrutturazione rispettosa delle compatibilità ambientali, potrebbero davvero segnare un punto di svolta per l’economia italiana. Altrimenti sarebbe una (ulteriore) grande occasione mancata», si legge ancora nella nota.
Grazie poi all’azione della Bce lo spread Btp-Bund dovrebbe quindi restare sugli attuali livelli, attorno ai 120 punti base per tutto il 2021, per poi scendere fino a sotto quota 100 a metà 2023.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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