
Oggi all’attivo mezzo miliardo di utenti: 25 milioni raggiunti dopo le polemiche
Telegram è un’applicazione di messaggistica nata nel 2013 dai fratelli Pavel e Nikolai Durov. Attualmente conta mezzo miliardo di utenti ma i suoi numeri hanno subito una grossa impennata dopo la polemica che c’è stata nei giorni scorsi nei riguardi di WhatsApp e degli aggiornamenti alla privacy che scatteranno dal prossimo 8 febbraio e che consentiranno la condivisione di molti più dati con Facebook nei paesi extraeuropei (ne abbiamo parlato qui).
Il funzionamento di Telegram è molto simile a quello di WhatsApp, ma internamente le due applicazioni si differenziano sui sistemi di ricerca e gestione dei dati e sulla crittografia, che per Whatsapp è più stretta con le chat segrete e i messaggi cancellati automaticamente che non lasciano traccia. Su Telegram tuttavia si possono creare gruppi numerosi, con una platea che può arrivare a 200 mila utenti, inoltre è possibile modificare i messaggi anche dopo averli inviati, cosa invece impensabile su WhatsApp, e non c’è bisogno di rendere visibile il proprio numero di cellulare, basta un nickname con cui è possibile essere aggiunti dagli altri utenti.
Fino a oggi, Telegram non ha mai generato degli utili né avuto un modello di business: i finanziamenti sono arrivati dal fondatore, con Durov che ha sempre decretato di volere che la app rimanesse un progetto, senza diventare un’azienda, uno spazio “libero da controllo“. Tuttavia per il futuro i programmi potrebbero cambiare: «quando un progetto tecnologico raggiunge queste scale, ci sono due possibilità – ha spiegato Durov facendo riferimento al gran numero di utenti – cominciare a farci soldi o vendere l’azienda». I vertici hanno escluso la possibilità di cedere Telegram, per garantire che possa rimanere uno spazio indipendente, pertanto dovrebbero cominciare a generare ricavi. Le ipotesi sul tavolo sono una versione premium e alcune pubblicità diffuse sui canali pubblici.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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