
A dicembre calano import ed export. In aumento la stima del saldo commerciale
L’export tricolore nei confronti dei Paesi extra europei segna una nuova battuta d’arresto a dicembre, anche se il trimestre chiude con un segno più, grazie all’exploit registrato a novembre. Il 2020 si conferma un anno difficilissimo, a causa della frenata dell’interscambio commerciale legato alla pandemia. E’ questo in sintesi il bilancio dell’Istat sul commercio con i Paesi terzi.
Nel complesso il 2020 si chiude con una contrazione dell’export extra Ue del 9,9%, la più ampia dal 2009, spiegata per oltre 6 punti percentuali dal calo delle vendite di beni strumentali e beni di consumo non durevoli. La contrazione è inferiore alla media per Svizzera, Stati Uniti, Cina e Giappone; India, paesi Asean e paesi Opec mostrano, invece, le flessioni più ampie.
Per l’import nel complesso l’anno si chiude con una caduta del 15,3%, su cui pesa per oltre due terzi il crollo degli acquisti di prodotti energetici.
Nel mese di dicembre 2020 calano entrambi i flussi del commercio dell’Italia, più ampiamente per le esportazioni (-4,6%) rispetto alle importazioni (-1,3%). Sempre a dicembre l’export cresce su base annua del 3,1% (era +2,0% a novembre), trainato dalle vendite di beni strumentali (+7,8%), beni di consumo durevoli (+6,9%) e beni intermedi (+4,3%). La stima del saldo commerciale a dicembre 2020 è pari a +7.907 (era +6.801 milioni a dicembre 2019). Aumenta l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici (da +9.912 milioni per dicembre 2019 a +9.922 milioni per dicembre 2020).
Allargando il focus al trimestre ottobre-dicembre l’export cresce del 4%, grazie all’energia (+12%), ai beni di consumo durevoli (+7,9%) ed ai beni strumentali (+5,2%). Nello stesso periodo l’import registra un aumento congiunturale (+3,1%), determinato dai maggiori acquisti di beni di consumo durevoli (+12,2%), beni strumentali (+10,6%) e beni intermedi (+4,6%).
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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