
Nell’anno della pandemia circa 8 milioni di italiani hanno acquistato sul web, una quota pari al 27% dei consumatori
Il Covid è stata una mano santa, almeno per l’e-commerce, anche nel settore food ed in particolare per quanto riguarda il vino. Secondo i dati di Wine Monitor di Nomisma circa 8 milioni di italiani hanno acquistato sul web, una quota pari al 27% dei consumatori contro il 17% del 2019. Ed in soli due anni il giro d’affari è passato da pochi milioni a 150-200 milioni stimati oggi. «Basti pensare – ha commentato il responsabile della ricerca di Wine Monitor, Emanuele di Faustino – che se a livello globale nel 2009 l’online rappresentava appena l’1% delle vendite di vino del canale off-trade, nel 2019 si è arrivati al 7%, quasi due miliardi di bottiglie in valori assoluti. E si prevede che nel 2020 questa quota arriverà al 10-12%».
Una crescita registrata anche in altri Paesi visto che il peso del wine commerce è passato dal 26% al 34% nel Regno Unito e dal 32% al 43% negli Usa. Il podio però resta alla Cina. «In Cina l’e- commerce è particolarmente sviluppato – aggiunge di Faustino – soprattutto a causa della vastità del Paese asiatico che non ha consentito una diffusione capillare della grande distribuzione organizzata o di negozi specializzati e da qui la tumultuosa crescita dell’offerta sul web».
Accanto ai siti specializzati sono aumentate in modo esponenziale anche le vetrine elettroniche dedicate dai supermercati oltre che le vendite su Amazon. «In particolare nella Gdo – aggiungono a Wine Monitor – gli acquisti in rete rispetto alle scelte effettuate di persona allo scaffale premiano i prodotti con una fascia di prezzo più elevata. Infatti per i vini fermi e frizzanti il prezzo medio è stato di 4,8 euro al litro sul Web contro i 3 euro medi della spesa fisica».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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