
Ieri la telefonata tra Boris Johnson e Ursula von der Leyen. In Italia si attende il responso di Aifa su AstraZeneca. La Commissione Europea: “firmati contratti con 6 società”
La decisione presa ieri dalla Commissione europea circa i controlli sulle esportazioni dei vaccini in Irlanda del Nord ha scatenato una grossa discussione con il Governo britannico, tanto da costringere Bruxelles a fare un passo indietro. L’Europa, a seguito dei numerosi ritardi nella consegna delle dosi previste (leggi qui), aveva deciso di imporre dei controlli sui farmaci prodotti nel continente e indirizzati all’Irlanda del Nord, per affrontare l’attuale mancanza di trasparenza nelle esportazioni all’esterno dell’Ue.
Dopo l’opposizione marcata della first minister di Belfast, Arlene Foster, che aveva definito la decisione un passo “aggressivo e ostile“, il premier britannico Boris Johnson ha telefonato a Ursula von der Leyen esprimendo «gravi preoccupazioni sul potenziale impatto che potrebbero avere i passi compiuti dall’Ue sull’esportazione dei vaccini». A seguito del contatto telefonico la Commissione ha fatto un passo indietro ma von der Leyen ha specificato che le restrizioni non dovrebbero essere applicate sull’esportazione di vaccini di aziende che stanno adempiendo alle responsabilità contrattuali. Sottolineano come clausola alla mancanza di veti proprio l’adempimento delle clausole inserite nei contratti.
Nel frattempo, l’Italia attende il verdetto dell’Aifa sul vaccino di AstraZeneca, che nella giornata di ieri ha ricevuto il benestare dell’Ema (ne abbiamo parlato qui). Intanto l’Unione Europea ha fatto sapere che finora sono stati firmati contratti con 6 società per garantire l’accesso a 2,3 miliardi di dosi, e che sono ancora in corso trattative con altre società per garantirne quantità maggiori.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
Ti potrebbe interessare anche: