
Senza interventi mirati crescerà anche il divario economico Nord-Sud
Senza politiche contro il surriscaldamento climatico l’Italia sarà sempre più calda con un aumento della temperatura nei prossimi 30 anni fino a due gradi in più e, nello scenario peggiore, con un innalzamento fino a cinque gradi al 2100. E al crescere dell’innalzamento della temperatura, corrisponde l’aumento rapido ed esponenziale dei costi degli impatti dei cambiamenti climatici con un valore fino all’8% del Pil pro capite a fine secolo. A lanciare l’allarme è la Fondazione Cmcc, Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici.
Senza interventi per arrestare la marcia del riscaldamento climatico crescerà anche la disuguaglianza economica Nord-Sud e tra fasce di popolazione più povere e più ricche.
Considerando lo scenario peggiore di innalzamento della temperatura a fine secolo, il costo del rischio alluvionale è di 15,3 miliardi di euro l’anno, nel periodo 2071-2100; i costi da innalzamento del mare arrivano fino a 5,7mld; il decremento del valore dei terreni agricoli tra 87 e 162 mld; la contrazione della domanda turistica fino a 52 miliardi di euro.
Nel rapporto è anche sos incendi. Nei prossimi decenni il rischio aumenterà del 20%, secondo gli scenari peggiori, con una stagione di +20-40 giorni l’anno e la superficie percorsa dai roghi a fine secolo in un aumento tra il 21 e il 43%.
«I cambiamenti climatici – scrivono i ricercatori – richiederanno numerosi investimenti e rappresentano un’opportunità di sviluppo sostenibile che il Green Deal europeo riconosce come unico modello di sviluppo per il futuro».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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