
Ecco come cambia il mercato artistico al tempo del Covid-19
La pandemia ha costretto molti settori ad aprirsi al digitale per non rimanere tagliati fuori dal mercato, e l’arte non ha fatto eccezione.
Seppur molti si fossero domandati se fosse davvero possibile gustare un’opera senza vederla dal vivo, l’emergenza sanitaria ha arginato le critiche e costretto i professionisti del settore a tentare l’impresa. Niente esposizioni, niente esperti, niente turisti, code o macchine fotografiche: ai tempi del Coronavirus le opere d’arte si guardano dal divano di casa propria sullo smartphone e così il business diventa globale.
A confermare la rivoluzione digitale è Frieze New York 2020, una fra le più rinomate fiere dell’arte a livello mondiale. La mattina stessa dell’inaugurazione è stata venduta attraverso una transazione online di due milioni di dollari un’opera dell’artista americano George Condo. Un inizio sorprendente che ha confermato la scommessa della macchina organizzativa alle spalle di Frieze, magazine d’arte internazionale che per la prima volta ha portato sul web la sua fiera. «Spostati per cause di forza maggiore interamente sul digitale abbiamo rivoluzionato tutta l’organizzazione e siamo rimasti sorpresi dal successo – spiega Nathan Clements Gillespie, artist director di Frieze Masters – abbiamo avuto un boom di log-in, la fiera è andata abbondantemente sold out tanto che siamo stati costretti a contingentare le iscrizioni. Il successo è stato di gran lunga superiore a quanto non succedesse nelle fiere dal vivo».
L’arte, insomma, diventa mainstream e, forse per la prima volta grazie all’avvento del web, davvero democratica. Non solo collezionisti facoltosi ma anche chi ama l’arte, chi la studia o anche solo chi è curioso ha avuto modo di partecipare a un evento che fino a questo momento non era stato in grado di coinvolgere a pieno una larga fetta di nuove generazioni.
Cambiando mezzo di comunicazione, seppur di forza, si può cambiare anche target di riferimento: arrivando a coinvolgere un pubblico più vasto abituato a navigare e fare shopping online. «Adesso siamo pronti per le due edizioni digitali di Frieze Londra e Frieze Master, in programma dal 9 al 16 ottobre con preview il 7 e l’8 ottobre – continua Clements – oltre 200 gallerie unite e fruibili da tutti online con la possibilità di chattare con gli autori, seguire talk e masters».
E nel post lockdown? La nuova frontiera dell’arte è ibrida: moltissimi gli eventi a metà strada tra reale e virtuale che hanno traslocato all’aperto, con iniziative partite nelle piazze, nelle strade e nei parchi. Il sistema dell’arte implode su sé stesso e poi si riversa nelle città riprendendosi uno spazio che fino ad oggi, forse, era stato precluso a tutti coloro che non facevano parte di una nicchia ben precisa di popolazione.
L’arte post-Coronavirus non conosce più confini, muri e barriere grazie al digitale: e i collezionisti, più rilassati, sono disposti anche a spendere di più.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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