
L’accesso agli ammortizzatori sociali ha un peso di migliaia di euro
Il prolungamento del divieto di licenziamento fino al 31 genaio 2021, se da un lato ha tutelato i lavoratori, dall’altro ha messo in una posizione potenzialmente difficile le imprese: infatti benché il divieto sia stato compensato con l’accesso alla cassa integrazione, non è corretto dire che questo ammortizzatore sia totalmente gratuito.
Tra le voci di spesa c’è il trattamento di fine rapporto, che continua a maturare per la totale durata della sospensione: nel settore metalmeccanico il costo medio mensile varia da 120,64 euro per il lavoratore inquadrato al terzo livello fino a 144,47 euro per il dipendente inquadranto al quinto livello superiore. Nel settore del commercio, si passa da 132,83 euro per gli impiegati di terzo livello fino a 166,52 euro per i responsabili di primo livello.
Un’altra voce di spesa è quella del c.d. ticket di licenziamento, perché l’anzianità di servizio non si sospende nel periodo di cassa integrazione e quindi tutti gli istituti collegati come la maturazione delle ferie e gli scatti di anzianità continuano a produrre effetti.
Ulteriori spese derivano dai costi mensili per i contributi per ammortizzatori sociali, e dai costi che derivano dagli istituti compresi nei principali contratti collettivi, come i contributi ai fondi sanitari o agli enti bilaterali.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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