
Il settore già in ginocchio rischia di perdere 41 miliardi
Il colpo di grazia per il settore della ristorazione potrebbe essere proprio il periodo natalizio: è quanto spiega Coldiretti, che ha denunciato un calo del fatturato senza precedenti per i ristoratori che, con le chiusure nelle feste potrebbero registrare una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro nel 2020.
«Nonostante i cambi di colore in Italia restano chiusi due bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi su tre – ha sottolineato Coldiretti – per un totale di oltre 215 mila locali situati nelle Regioni rosse e arancioni dove è proibita qualsiasi attività al tavolo, con un drammatico impatto su economia e occupazione». A preoccupare di più sono le misure che il nuovo Dpcm atteso per il tre novembre potrebbe prevedere: la chiusura alle 18 dei locali per Natale e Santo Stefano non è sostenibile perché tradizionalmente è proprio il momento in cui molti italiani vanno a mangiare fuori.
«Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione – ha aggiunto Coldiretti – si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari». Molto colpiti i settori per i quali la ristorazione rappresenta il principale canale di commercializzazione: quello ittico e vitivinicolo principalmente, ma le limitazioni pesano anche su salumi e formaggi di alta qualità che generalmente vengono richiesti perlopiù dal consumo fuori casa.
Sospese anche le attività di somministrazione da parte dei 19 mila agriturismi presenti nelle aree di elevata o massima gravità, nonostante queste strutture siano situate in zone isolate con ampi spazi all’aperto, sicure perché è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza. Secondo Coldiretti appena lo 0,3% dei casi di infortunio da Covid registrati dall’Inail riguarda l’agricoltura.
di: Micaela FERRARO
FOTO: AGI
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