
Un tempo era il simbolo del lusso, oggi i prezzi sono notevolmente più bassi. Ecco cosa è successo
Il cachemire è un tessuto di lusso, un’icona di stile confortevole che non passa mai di moda. Tuttavia il cartellino del prezzo può oscillare da 30 a duemila euro spesso senza che le motivazioni siano rese chiare. Innanzitutto bisogna considerare che negli ultimi anni il cachemire in circolazione è diventato così tanto da aver inflazionato il mercato. La domanda è cresciuta a livello mondiale: oggi il 67% della lana viene dalla Cina, il 22% dalla Mongolia, da cui arriva quello con la fibra più resistente e lunga. Ma ci sono dei centri specializzati anche in Scozia, molto rinomati, e in Italia, per esempio in Umbria dove si trova quella che viene definita la Cachemire Valley.
Sugli scaffali, inoltre, il cachemire non è più puro: nella maggioranza dei casi le maglie hanno un’indicazione che recita “cachemire blend”. In questo caso il prodotto è composto in percentuale di lana ma mischiata con altre componenti, tipo poliestere o nylon.
In diversi casi la parola cachemire viene usata in malafede, e le truffe sono numerose: merci contraffatte con etichette che assicurano il 100% di cachemire e invece sono fatte di lana, viscosa o acrilico.
Tuttavia, il fatto che il cachemire sia disponibile sempre di più e a prezzi sempre inferiori, ha creato una vera e propria resistenza all’acquisto. Una sorta di concorrenza che ha spinto i grandi brand a cercare di far scendere i prezzi, oppure a lanciare vere e proprie campagne pubblicitarie per raccontare la provenienza della lana e giustificarne la spesa maggiore. Che buona parte dei consumatori non è più disposta a sostenere.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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