
Vasto piano di riduzione dei costi per il futuro che la porterà a tagliare fra 7.000 e 9.000 posti di lavoro entro il 2022
Il 2020 è stato un anno da dimenticare anche per Shell che ha chiuso l’anno del Covid con una perdita di 21,7 miliardi di dollari, a causa del crollo delle quotazioni petrolifere che ha mandato in crisi l’industria dell’oro nero.
In un anno di risultati altalenanti, il trimestre peggiore è stato il secondo che ha generato una perdita di oltre 18 miliardi, mentre il recupero del terzo trimestre è stato annullato da un ultimo quarto negativo che ha chiuso con un rosso di quattro miliardi.
L’amministratore delegato di Shell Ben van Beurden ha descritto il 2020 come un anno “straordinario”. «Abbiamo intrapreso azioni dure ma decisive e dimostrato una consegna operativa altamente resiliente, prendendoci cura delle nostre persone, clienti e comunità. Stiamo uscendo dal 2020 con un bilancio più solido, pronti ad accelerare la nostra strategia e creare il futuro dell’energia», ha detto in una nota.
Nonostante i risultati in perdita, Shell ha incrementato nuovamente il suo dividendo infrannuale che sarà pagato nel primo trimestre 2021, in aumento del 4% a 0,1735 dollari.
La big anglo-olandese fa previsioni molto caute per l’inizio del 2021 a causa del prolungato impatto della pandemia sulla domanda di petrolio e conferma un vasto piano di riduzione dei costi che la porterà a tagliare fra 7.000 e 9.000 posti di lavoro entro il 2022. Il piano di ristrutturazione passa anche per una profonda review delle sue attività, con l’obiettivo di raggiungere la carbon neutrality al 2050.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/EPA
Ti potrebbe interessare anche: