
Il primo volontario è un 21enne a Monza. Su Johnson&Johnson l’Ema prenderà una decisione entro metà marzo. In India il premier Modi riceve il primo vaccino interamente realizzato in loco
Parte la sperimentazione del vaccino tutto italiano e-Vax, ideato dalla società romana Takis con la monzese Rottapharm Biotech. E’ un 21enne il primo a ricevere la dose all’ospedale San Gerardo di Monza. Il prodotto sarà testato anche allo Spallanzani di Roma e all’Istituto Pascale di Napoli dopo l’autorizzazione ricevuta da Aifa e dal Comitato etico dello stesso Spallanzani.
Dopo la prima vaccinazione si dovranno aspettare due giorni per vedere se si manifestano effetti collaterali, dopodiché saranno vaccinati altri due volontari e, dopo alti due giorni, altri tre. In tutto sono 20 i volontari al momento prima che la sperimentazione parta anche a Roma e a Napoli. Stessa procedura si seguirà poi per dosi maggiori (in tutto ne vengono sperimentate tre diverse, la massima da 200 milligrammi, che non dovrebbe richiedere il richiamo). Il reclutamento dei volontari per la fase 1 e 2 è iniziato ad agosto e non è ancora terminato.
Il vaccino italiano usa una piattaforma a Dna e viene inoculato con un elettroporatore, ovvero uno strumento che dà una scossa che permette al frammento genetico di entrare nelle cellule. «Questo tipo di vaccino potrebbe rivelarsi molto importante in futuro – ha spiegato Paolo Bonfanti, direttore della Clinica di Malattie infettive del San Gerardo. – C’è infatti la possibilità di modificarlo adattandolo alla emergenza di varianti del virus non sensibili ai vaccini attuali. Senza contare che è stabile a temperatura ambiente e che può essere somministrato molte volte, nel caso in cui le vaccinazioni anti-Covid debbano essere ripetute ogni anno».
Per quanto riguarda invece il vaccino targato Johnson&Johnson in Europa la decisione dell’Ema arriverà entro metà marzo. Lo ha detto Marco Cavaleri, presidente della task force sui vaccini dell’ente.
In India il premier Narendra Modi ha ricevuto il primo vaccino contro il Coronavirus prodotto interamente nel Paese. Lo riporta il Guardian secondo cui da oggi nel continente possono essere vaccinate le persone sopra i 60 anni e quelle che hanno più di 45 anni con determinate patologie. L’India, che ha registrato il maggior numero di casi di Covid-19 al mondo dopo gli Stati Uniti, ha vaccinato finora oltre 12 milioni di operatori sanitari e lavoratori che sono in prima linea nella lotta al virus.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/TORSTEIN BOE
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