
In Germania i dati sugli ordini industriali confermano la divergenza in atto tra servizi e manifattura
Tornano scendere le vendite al dettaglio in Italia, segnando a gennaio un calo del 3% rispetto a dicembre, quando invece erano salite per effetto del Natale. Ad una lieve crescita delle vendite dei beni alimentari (+0,1%) si contrappone infatti una forte riduzione per i beni non alimentari (-5,8%). Su base tendenziale, ossia nel confronto con gennaio 2020, le vendite al dettaglio sono diminuite del 6,8%. Anche in questo caso si registra un deciso calo per i beni non alimentari (-15,5%) e un aumento per i beni alimentari (+4,5%). Si evidenzia una diminuzione assai ampia delle vendite dei piccoli negozi (-14,3%); calano lievemente anche le vendite della grande distribuzione (-1,5%). L’unica forma distributiva che segna una decisa crescita è il commercio elettronico (+38,4%).
«Il ricorso massiccio ai discount attesta il generale impoverimento degli italiani, confermato proprio ieri dai dati Istat sulla povertà e le profonde modifiche nei comportamenti degli italiani causate dal Covid – afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. – In tale quadro desolante, per i piccoli negozi la crisi è nera, con un calo delle vendite del -14,3% che, purtroppo, condannerà migliaia di esercizi alla chiusura entro il 2021».
Dello stesso avviso anche Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. «Dati fallimentari e drammatici, nonostante i saldi – ha sottolineato. – Per non parlare del record negativo della calzature che registrano una caduta annua del 36,4%, mentre l’abbigliamento si colloca al secondo posto di questa non edificante classifica con una flessione del 33%. Peggio di così non si può».
Per quanto riguarda la Germania invece i dati sugli ordini industriali per il mese di gennaio confermano che la divergenza tra il settore manifatturiero e quello dei servizi è destinato a continuare nel 2021, almeno secondo le previsioni di Carsten Brzeski, global head of macro di ING. In particolare i numeri sugli ordini all’industria hanno mostrato a gennaio una crescita mensile dell’1,4% rispetto al -2,2% di dicembre. «La ripresa industriale dall’estate, pur provenendo da livelli molto bassi, è la ragione per cui l’economia tedesca ha resistito al quarto trimestre meglio della maggior parte dei Paesi della zona euro», spiega ancora l’economista.
di: Maria Lucia PANUCCI
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