
Doppio carico di dosi atteso per la prossima settimana. Gli italiani hanno risposto bene alla ripresa delle somministrazioni, in pochi non hanno rispettato la prenotazione. La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen severa su nuovi ritardi nelle consegne
Slittato per questa settimana l’invio delle dosi di AstraZeneca in Italia. Il carico di 134 mila dosi del vaccino previsto giovedì scorso, infatti, è stato annullato a causa della sospensione precauzionale delle somministrazioni del siero. Come precisato dalla struttura Commissariale di Francesco Figliuolo, l’invio verrà recuperato il prossimo 24 marzo e si sommerà alle altre 145 mila dosi ancora previste per quel giorno: saranno recapitate in tutto 279 mila dosi.
Previsto tra oggi e domani anche l’arrivo nell’hub militare di Pratica di Mare di un nuovo carico 344 mila dosi di vaccino Moderna. Le fiale del più grosso carico fornito fino ad ora saranno poi distribuite nei centri vaccinali delle varie regioni.
Proprio il Commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo, insieme al capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, si è vaccinato oggi con il siero di AstraZeneca presso la città militare della Cecchignola a Roma. Anche il premier Mario Draghi ha dichiarato che si sottoporrà alla vaccinazione con il siero della casa farmaceutica anglo-svedese (leggi qui). Sempre a Cecchignola riprenderanno anche le vaccinazioni dei fragili per andare a regime da martedì.
Il via libera dell’Ema e dell’Aifa ad AstraZeneca è stata ben accolto dagli italiana che si sono presentati negli hub e nei luoghi dove dopo 4 giorni di stop è ripresa la somministrazione del farmaco. Stando a quanto comunicato dai diversi centri vaccinali, infatti, le prenotazioni sono state dunque rispettate e solo una piccola parte ha rinunciato a presentarsi. Evidentemente più degli allarmi hanno pesato le valutazioni degli esperti, con l’Aifa che ha ribadito come il vaccino abbia più benefici che rischi.
Secondo quanto dichiarato dal governo, le vaccinazioni saltate a causa dello stop – circa 200 mila – dovrebbe essere recuperate in poche settimane. Saranno le Regioni a decidere se inserire chi era prenotato tra il 16 e il 18 marzo tra coloro che sono in lista nelle successive due settimane o se scalare in avanti di quattro giorni tutte le prenotazioni. Come ribadito dal presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, chi viene riconvocato e non si presenta all’appuntamento scalerà in fondo alla fila e sarà vaccinato per ultimo.
«La campagna può ora entrare nel vivo» – conferma il direttore della prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza – «anche perché ad aprile un quarto vaccino si renderà disponibile». Il vaccino è il monodose Johnson & Johnson, che nel secondo trimestre dovrebbe consegnare all’Italia 7,3 milioni di dosi e che potrebbe essere distribuito nelle farmacie, come ha anticipato l’assessore Alessio D’Amato per il Lazio.
Nel frattempo la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen si è espressa duramente sui ritardi nelle consegne di AstraZeneca, minacciando lo stop delle esportazioni del vaccino. «Abbiamo l’opzione di bloccare le esportazioni pianificate» – ha dichiarato von der Leyen al giornale tedesco Funke. – «Questo è il messaggio per AstraZeneca, rispettate il vostro contratto con l’Europa prima di iniziare le spedizioni verso altri Paesi».
Von der Leyen ha infatti affermato che il gruppo anglo-svedese ha consegnato solo il 30% delle 90 milioni di dosi concordate per il primo trimestre. La risposta di AstraZeneca ha spiegato che i ritardi sono dovuti a intoppi produttivi nei suoi stabilimenti in territorio europeo ma Bruxelles non ha preso bene il rispetto delle forniture stabilite per il Regno Unito. A tal proposito , mercoledì scorso la presidente aveva minacciato di invocare poteri d’emergenza per bloccare le esportazioni di vaccini per il Covid-19 dall’Unione Europea per assicurare reciprocità con altri esportatori. Al centro della polemica c’è la Gran Bretagna, accusata di aver potuto portare avanti la campagna vaccinale con maggiore velocità della Ue proprio grazie a un blocco di fatto delle esportazioni delle dosi prodotte sul proprio territorio. Il premier britannico Boris Johnson ha risposto con sdegno all’accusa mentre il ministro degli Esteri di Londra, Dominic Raab, ha chiesto spiegazioni.
Lo stato della campagna vaccinale sarà in cima all’agenda del prossimo Consiglio Europeo, che si svolgerà il 25 e il 26 marzo. L’Ue ha già stabilito uno speciale meccanismo di supervisione che impone ai fornitori di vaccini di dichiarare se intendono esportare dosi fuori dall’Unione Europea. Il blocco delle esportazioni può essere avviato su richiesta di uno Stato membro e deve essere poi approvato dalla Commissione Europea per poter esser attivato.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/ US MISE
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