
Il provvedimento destinato a tutti i nuclei familiari con digli dal settimo mese di gravidanza ai 21 anni andrà a sostituire tutti i bonus già esistenti
Rimangono ancora in attesa i decreti attuativi per la messa in campo dell’assegno unico per i figli (leggi qui). Nel frattempo la Fondazione studi consulenti del lavoro ha elaborato le stime sugli importi della misura, modulata in base all’Isee. Il provvedimento dell’assegno unico unifica i contributi già esistenti a sostegno dei nuclei familiari con figli a carico. Secondo le intenzioni del governo, la misura dovrebbe partire da luglio.
L’assegno unico è universale, spetta, infatti, a tutte le famiglie con figli dal settimo mese di gravidanza a 21 anni. L’ammontare del contributo a cadenza mensile viene stabilito sulla base della situazione economica del richiedente, risultante dall’indicatore Isee. L’indennità viene verrà riconosciuta sotto forma di credito di imposta o erogazione diretta della somma. Secondo le prime voci a riguardo, l’assegno dovrebbe avere una parte fissa e una variabile.
Secondo i dati Istat citati dalla Fondazione, la riforma dell’assegno unico determinerebbe un incremento di reddito per il 68% delle famiglie e per i redditi molto bassi. Per il 29,7% dei nuclei si avrebbe invece un peggioramento a livello di aiuti. Per il restante 2,3% non cambierebbe nulla. Secondo le simulazioni fatta dalla Fondazione studi consulenti del lavoro, con un Isee fino a 30 mila euro, l’importo dell’assegno potrebbe essere costante e pari a 1.930 euro l’anno (161 euro al mese) per ciascun figlio minorenne e a 1.158 euro all’anno (97 euro al mese) per ciascun figlio maggiorenne.
Per gli Isee dai 30 mila ai 52 mila euro, il valore dell’assegno decresce in modo non lineare, come riportato dalla stessa Fondazione. Oltre i 52mila di Isee, invece, l’assegno resterebbe costante a 800 euro l’anno (67 euro al mese) per ciascun figlio minorenne a carico e a 480 euro l’anno (40 euro al mese) per ciascun figlio maggiorenne.
Secondo lo studio fatto, le misure che verranno sostituite dall’assegno unico sono: l’assegno ai nuclei con almeno tre figli minori; l’assegno di natalità; il premio alla nascita o all’adozione; il fondo di sostegno alla natalità; le detrazioni Irpef per figli a carico; l’assegno per il nucleo familiare; i bonus asili nido; i congedi parentali e relative indennità; la carta famiglia; il fondo politiche per la famiglia.
Con l’eliminazione di queste misure verranno ricavate risorse per circa 15 miliardi da destinarsi all’assegno unico. A queste si aggiungono le risorse stanziate appositamente dalla legge di Bilancio 2020 (1,04 miliardi per il 2021 e 1,244 a partire dal 2022), poi incrementate di circa 3 miliardi dalla manovra 2021.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA
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