
Con il Next Generation EU la crescita del Pil dell’area euro sarà +5%. Villeroy: “potremmo valutare la fine del PEPP a marzo 2022”
«Le misure di bilancio a sostegno dell’economia reale, nel 2020, hanno protetto le banche dal buona parte delle perdite sui loro prestiti e sarà cruciale continuare ad assicurare l’efficacia di questi aiuti. Tuttavia, se da una parte il settore bancario europeo appare sufficientemente capitalizzato per fronteggiare lo stress indotto dalla pandemia, dall’altra “le autorità devono tenersi pronte a ulteriori misure se uno scenario molto grave dovesse materializzarsi». E’ quanto scrive la Bce nel suo rapporto annuale 2020 presentato oggi all’Europarlamento.
Secondo quanto ha spiegato il vicepresidente dell’istituto di Francoforte, Luis de Guindos, presentando il rapporto, l’economia dell’area euro dovrebbe vedere una forte ripresa nella seconda metà dell’anno ma l’incertezza resta alta e la ripresa sarà fragile, con il Pil che raggiungerà i suoi livelli pre-crisi nel secondo trimestre del 2022. «Il successo della campagna di vaccinazione nell’intera area euro – ha spiegato ancora – è cruciale per evitare che si materializzino rischi al ribasso».
Nella ripresa, si torna a sottolineare, saranno fondamentali i fondi europei. Se pienamente utilizzato infatti il Next Generation EU può fornire un significativo sostegno macroeconomico, pari a quasi il 5% del Pil dell’area dell’euro. «L’accordo sul Next Generation Eu la scorsa estate ha dato ai mercato il segnale chiaro che siamo pronti ad agire insieme e non bisogna sottovalutare l’importanza che la sua approvazione ha avuto sul sentimento degli investitori – ha continuato il vicepresidente. – Ora la tempistica è fondamentale: per l’implementazione del recovery fund ci vorrà tempo ma dobbiamo evitare qualsiasi ritardo evitabile che possa intaccare questa percezione molti positiva di ciò che è stato realizzato».
L’esponente del Consiglio direttivo della Bce, François Villeroy de Galhau, governatore della Banque de France, ha invece anticipato che potremmo valutare la fine degli acquisti effettuati con il PEPP (QE) a marzo del prossimo anno. Villeroy ha precisato che il 2% rappresenta inoltre il target di inflazione a cui la Bce punta, non il tetto massimo, e che il PEPP andrà avanti, per l’appunto, “almeno fino al marzo del 2022“.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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