
Al settimo giorno di trattative la premier socialdemocratica Sanna Marin non è ancora riuscita a trovare una mediazione tra le richieste della sinistra e quella degli alleati di centro che minacciano di sfilarsi
In Finlandia è scontro sulla legge di bilancio che sta opponendo i cinque partiti che formano la coalizione di Governo. Al settimo giorno di trattative la premier socialdemocratica Sanna Marin non è ancora riuscita a trovare una mediazione tra le richieste della sinistra e quella degli alleati di centro, che minacciano di sfilarsi. E l’Esecutivo è quindi in bilico.
Le posizioni sono opposte: da una parte i partiti della sinistra, la Lega Verde e l’Alleanza di Sinistra domandano un aumento della spesa per la creazione di nuovi posti di lavoro e per riforme in nome della “giustizia sociale“; dall’altra i moderati del Partito di Centro e del Partito del Popolo Svedese, che rappresentano la minoranza svedese, chiedono invece che venga fermata la crescita del debito pubblico entro il 2030.
La situazione del Paese è preoccupante ed urge trovare al più presto una soluzione. Il bilancio della Finlandia è in deficit dal 2008 e il debito pubblico è balzato dal 60% al 70% del Pil nel 2020 a causa delle spese legate alla pandemia di Covid-19. Marin ha continuato ad insistere sulla necessità di trovare un compromesso sui piani di spesa per i prossimi quattro anni e ha avvertito i membri della coalizione che non è disposta a guidare un Esecutivo di minoranza e che si dimetterà se il Partito di Centro lascerà il Governo.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/OLIVIER HOSLET
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