
E nel peggiore dei casi: denunce alla Procura europea. Il tutto per assicurare che i 750 miliardi di Next Generation Eu vengano utilizzati come previsto
Non sarà una partita facile. Quando tutti avranno consegnato i piani per ottenere i fondi europei per il rilancio post-pandemico, i Paesi saranno costantemente monitorati, come a dover dimostrare di “meritarsi” questi prestiti. Lo assicura il vice presidente della Commissione europea, Valdis Donbrovskis, secondo quanto riporta il Financial Times che ha sottolineato che la Commissione europea farà controlli rigorosi contro lo spreco dei fondi con anche eventuali rapide sospensioni degli esborsi agli Stati se non operano le riforme a cui si sono obbligati o se non usano i suddetti fondi sugli investimenti concordati. E nel peggiore dei casi ci saranno anche denunce alla Procura europea. Il tutto con un’unica finalità: accertarsi che i 750 miliardi del Next Generation Eu vengano utilizzati come previsto.
Il lettone parla di “criteri piuttosto rigorosi” sugli stop agli esborsi. E poi i meccanismi anti frodi: qui nel mirino sembra esserci soprattutto l’Ungheria e il principio dello Stato di diritto che ha creato non pochi attriti durante gli accordi su Next Generation Eu. «Ma al di là del caso ungherese se le riforme finiscono in stallo, se alcuni progetti di investimento, per qualunque ragione, non vanno avanti – avverte Domrovskis – allora parte dei fondi non arrivano. Gli esborsi sono direttamente collegati ai progressi».
Ora l’Ue è in attesa dei piani nazionali di ripresa e resilienza. Dopo la consegna inizierà l’esame formale della Commissione che tuttavia è stato preceduto in queste settimane da una intensa attività di dialogo Ue-Governi, come nel caso dell’Italia con Draghi che ha avuto il benestare sul Pnrr (guarda qui).
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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