
Vuole dedicare più tempo ad altri progetti come il lancio nello spazio dell’altra società Blue Origin
Dopo 27 anni Jeff Bezos lascia la guida di Amazon. Proprio oggi cederà il posto di ceo al suo luogotenente Andy Jassy per dedicarsi ad altri progetti, a cominciare dal viaggio nello spazio programmato con l’altra società Blue Origin per il 20 luglio (guarda qui). Bezos tuttavia manterrà un ruolo chiave nella società che ha fondato 27 anni fa rimanendo presidente esecutivo del consiglio di amministrazione. «Bezos è un leader che guida il cambiamento – afferma Darrell West, del Center for Technology Innovation presso la Brookings Institution. – Ha dato impulso a molti servizi che le persone ora danno per scontati, come lo shopping online, le ordinazioni e le consegne. Tutto è iniziato nel garage di Jeff Bezos, che si occupava personalmente dei pacchi, e ora Amazon vale più di 1.700 miliardi di dollari in Borsa e nel 2020 ha generato un fatturato di 386 miliardi di dollari. È un gruppo tentacolare, dall’e-commerce, al cloud computing, ai generi alimentari, dall’intelligenza artificiale alla produzione cinematografica».
Oltre ai vari progetti a cui vuole dedicarsi, Bezos lascia anche per le critiche inerenti alcune pratiche commerciali anticoncorrenziali e per il trattamento dei suoi dipendenti. Amazon, che impiega più di 800.000 persone negli Stati Uniti dopo aver visto le attività aumentare durante la pandemia, è stata criticata dalle autorità di regolamentazione.
di trattare come macchine i suoi lavoratori e di pagarli non a sufficienza. Nell’ultima lettera agli azionisti ad aprile e dopo il tentativo fallito di realizzare un magazzino del suo gruppo in Alabama, Bezos ha riconosciuto che il gruppo doveva fare di più per i suoi dipendenti impegnandosi che Amazon sarebbe diventato “il miglior datore di lavoro sulla Terra“.
Ma, preoccupati per il crescente controllo su interi settori dell’economia, le autorità di regolamentazione stanno prendendo in considerazione misure per ridurre le dimensioni di Amazon. Di conseguenza il colosso potrebbe quindi diventare “vittima del proprio successo“, come ha affermato Roger Kay, analista di Endpoint Technologies Associates. «Anche se il gruppo dovesse essere spacchettato in diverse entità, ognuna di esse prospererà nel proprio mercato. Posso facilmente immaginare uno scenario in cui la somma delle parti risulta essere maggiore del tutto unito. Gli azionisti non dovrebbero soffrirne», assicura.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/MICHAEL REYNOLDS
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