
Le donne contagiate sono la maggior parte ma muoiono di più gli uomini. Le vittime sono soprattutto operatori sanitari
Dall’inizio della pandemia al 31 agosto scorso, le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 segnalate all’Inail sono 179.992, pari a meno di un quinto del totale delle denunce di infortunio pervenute da gennaio 2020 e al 4,0% del totale dei contagiati nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) alla stessa data. A dirlo è il 19esimo report curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail secondo cui rispetto alle 176.925 denunce rilevate dal monitoraggio precedente del 30 giugno 2021, i casi in più sono 3.067 (+1,7%), di cui 820 riferiti ad agosto e 641 a luglio scorsi, mentre gli altri 1.606 casi riguardano per il 65% gli altri mesi del 2021 e il restante 35% il 2020.
I casi di contagio denunciati da gennaio ad agosto di quest’anno, benché non consolidati, sono in calo del 40% rispetto ai primi 8 mesi dell’anno scorso.
Le morti sul lavoro da Covid-19 denunciate all’Inail dall’inizio della pandemia sono 747, circa un terzo del totale dei decessi denunciati da gennaio 2020, con una incidenza dello 0,6% rispetto al complesso dei deceduti nazionali comunicati dall’Iss alla stessa data.
Le donne risultano le più contagiate sui luoghi di lavoro ma a morire di più sono gli uomini (83,1%) e i lavoratori nelle fasce di età 50-64 anni (71,5%), over 64 anni (18,9%) e 35-49 anni (8,9%), mentre tra gli under 35 si registra solo lo 0,7% dei morti.
L’età media dall’inizio dell’epidemia è di 46 anni per i contagiati di entrambi i sessi e 58 e mezzo per i deceduti (57 per le donne, 59 per gli uomini). L’analisi per professione dell’infortunato evidenzia come oltre un quarto dei decessi (26,4%) riguardi il personale sanitario e socio-assistenziale.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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