
Una ricerca svolta da Assolavoro Datalab svela le professioni ad alta, media e bassa qualifica più richieste dalle aziende italiane. A dominare è l’alta tecnologia
Secondo gli ultimi dati ISTAT la disoccupazione è stabile intorno al 10%, un valore più o meno in linea con quelli degli anni scorsi.
Alla radice del problema c’è soprattutto la difficoltà nel reperire figure professionali specializzate, in particolare in quegli ambiti con cui molte persone in cerca di impiego hanno ancora poca familiarità.
Si tratta in primis di attività connesse allo sviluppo di nuove tecnologie e alla digitalizzazione, recenti tappe di un mondo del lavoro definitivamente affacciatosi sull’informatizzazione, sull’hi-tech e sui nuovi linguaggi.
Non aspettatevi, dunque, di trovare mestieri vecchio stile nell’elenco, a parte cuochi, amministratori e contabili, oltre a tecnici elettromeccanici e altre personalità indispensabili del settore industriale.
Le 30 posizioni lavorative più ambite hanno in gran parte a che fare con la dimensione informatica e includono sviluppatori front end, software engineer, ingegneri di sistema e specialisti in e-commerce, settore che soprattutto in tempi di pandemia ha visto un vero e proprio boom (e che su LinkedIn, come scrivevamo qui, oggi risulta molto richiesto).
Per quanto riguarda la media qualifica, oltre ai già menzionati e mai sufficienti cuochi, agli impiegati tecnici e agli specialisti nella gestione delle risorse umane, troviamo figure più al passo coi tempi come specialisti SEO e programmatori PLC.
È solo nel novero degli operai specializzati e dei conduttori di impianti e macchine che troviamo tracce di una società ancora parzialmente industrializzata e legata alla tradizione metalmeccanica come addetti ai robot di saldatura e al controllo di qualità, conduttori di impianti CNC e di confezionamento, carropontisti e addetti al magazzino.
di: Andrea BOSCO
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