
Sulla ripresa economica le famiglie indicano nel 29% di avere una fiducia molto o abbastanza bassa, contro il 7,1% delle imprese
Gli italiani temono aumenti di tasse e di prezzi e questo può ostacolare la ripresa post-pandemica. A dirlo è un’indagine di Confcommercio, in collaborazione con Metrica Ricerche, sul sentiment di famiglie e imprese sugli ultimi mesi del 2021.
In particolare, da qui alla fine dell’anno, le imprese sono più ottimiste (42,7%) rispetto alle famiglie (24,3%): prevedono un miglioramento della propria attività ben il 61% di quelle interpellate e una su tre prevede anche più investimenti. Le famiglie invece temono un possibile calo dei redditi (per l’80%) e dei risparmi (68,5%), prevedendo consumi sostanzialmente stabili (75,5%) e prudenza per viaggi, vacanze, tempo libero.
Il confronto appare chiaro dalla prima domanda: interrogate sulla ripresa economica le famiglie indicano nel 29% di avere una fiducia molto o abbastanza bassa, contro il 7,1% delle imprese.
Tra i maggiori ostacoli alla ripresa le famiglie indicano al primo posto l’aumento delle tasse, seguito da quello dei prezzi e dalla perdita del posto di lavoro, per poi seguire con la situazione sanitaria e il calo dei redditi. Anche le imprese mettono al primo posto l’aumento delle tasse, seguito al secondo dal calo dei redditi delle famiglie e al terzo dell’aumento dei prezzi delle materie prime.
I consumi negli ultimi mesi dell’anno risentiranno di questi timori con prevalenza di stabilità nella spesa per beni e servizi (esclusi gli alimentari) per il 75,5% delle famiglie e sostanziale parità tra chi prevede un aumento (12,3%) e chi un calo (12,2%). Quanto alle tipologie di acquisti, i maggiori cali riguardano il comparto turistico (viaggi e vacanze segnano un -29%), quello del tempo libero (spettacoli, concerti, partite allo stadio con -24,5%) e l’acquisto di auto e moto (-24,6%). Tra i canali di acquisto, online (+3,1%) e grande distribuzione organizzata (+2%) si confermano tra le modalità preferite dai consumatori, mentre i negozi tradizionali segnano un calo del 4% e particolarmente penalizzati appaiono gli acquisti nelle grandi catene (-9,1%)e nei centri commerciali (-11,3%).
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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