
La carenza di materie spinge i rincari dagli alimenti all’energia
Il Codacons ha lanciato l’allarme Natale: a causa della carenza di materie prime (di cui abbiamo parlato qui) i prezzi potrebbero continuare ad aumentare spingendo a sostanziosi rincari per alcuni dei prodotti più acquistati nel periodo delle festività.
Microchip, batterie, rasoi e pannolini sono in cima alla lista, ma anche panettoni, pandori e altri generi alimentari.
Secondo le prime stime, le famiglie potrebbero spendere 99 milioni di euro in più rispetto al 2019 e gli italiani complessivamente quasi 1,4 miliardi in più.
Nelle ultime settimane hanno raggiunto rialzi molto elevati i prezzi di metalli industriali come alluminio e zinco. L’acciaio ha segnato il +100% rispetto all’estate del 2020.
Ma a far scattare la preoccupazione sono i rincari su alimenti fondamentali come farina, olio e burro. I panettoni potrebbero subire un aumento del 20%.
La spesa di Natale potrebbe aggirarsi intorno ai 900 milioni per pesci, carni e salumi, con un ricaro del 2,5%; 430 milioni per vino e bevande, 1,5%; 480 milioni per ortaggi, frutta fresca e secca, in aumento del 2,7%; 300 milioni per pandori, panettoni e dolci lievitati, con un rincaro del 10%. Infine, 330 milioni per pasta e pane.
Questi aumenti vanno ad unirsi a quelli già avvenuti sull’energia: i prezzi di luce e gas a ottobre hanno subito un rincaro rispettivamente del 29,8% e del 14,4%.
Sono aumentati anche i prezzi della benzina, che oggi costa il 24,7% in più rispetto al 2020, e del gasolio, aumentato del 26,4%.
Gli operatori industriali e finanziari guardano con timore al prolungamento dell’inflazione nel medio periodo. La presidente della Bce Christine Lagarde ha definito questo processo “transitorio” ma ha sottolineato che da Francoforte si sta riservando molta attenzione alle trattative salariali e ad altri potenziali effetti di secondo impatto che potrebbero far salire i prezzi in modo permanente.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
Ti potrebbe interessare anche: