
“In meno di 10 anni quasi mezzo milione di ragazzi e ragazze se ne sono andati. I rientri sono stati pari a poco più di un quarto”
Per crescere servono prospettive di lavoro migliori per i giovani. Lo ha sottolineato già il premier Mario Draghi (guarda qui) ed ora anche il ministro dell’Economia Daniele Franco lo ha ribadito, intervenendo a Bergamo all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Accademia della Guardia di Finanza, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di numerosi membri del Governo.
Un aspetto cruciale e tipico della realtà italiana è la perdita enorme di capitale umano con l’emigrazione dei giovani, dato ancora più accentuato nel Sud, non compensato dall’attrazione di giovani dall’estero. «Nel 2019 quasi 70 mila giovani con meno di 40 anni hanno lasciato il Paese – ha spiegato. – In meno di 10 anni quasi mezzo milione di ragazzi e ragazze se ne sono andati. I rientri sono stati pari a poco più di un quarto».
Secondo il ministro i giovani, anche promettenti, lasciano l’Italia perché il Paese cresce poco e questo accade proprio perché si investe poco o niente sulle nuove generazioni, un vero e proprio “circolo vizioso”. «Dunque cambiare passo su questa tendenza è il vero nodo della politica italiana e il PNRR è una leva importante per uscire da una situazione di stallo – ha continuato. – L’azione del Governo punta su competenze e ricerca come leva cruciale per la crescita, lo testimoniano le risorse nel Pnrr: 32 miliardi, con una strategia di intervento dalle scuole dell’infanzia all’università».
I risultati si vedranno nei prossimi anni. Sviluppo del capitale umano, formazione e cura delle competenze sono requisiti fondamentali per la costruzione di una società aperta e inclusiva, e per aumentare la crescita e la competitività della nostra economia. «Avremo successo se sapremo creare prospettiva di vita e di lavoro migliori per i nostri giovani, non possiamo fallire», ha concluso Franco.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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