
Ipotesi 4000 esuberi, pari al 20% della forza lavoro, nel 2022 per un costo di 950 milioni. Due mesi per il nuovo piano industriale al 2026. Bocca cucita sull’ importo legato all’aumento di capitale
Monte dei Paschi di Siena non è riuscita a centrare gli obiettivi prefissati con la Commissione europea nel 2017 riguardo ai costi del personale. Lo ha detto l’amministratore delegato Guido Bastianini, in audizione alla commissione di inchiesta sul sistema bancario, commentando il flop delle trattative tra il Tesoro e Unicredit sulla banca senese.
Il numero dei dipendenti del Monte dei Paschi, nel periodo 2017-2021, è calato di oltre 4.000 unità, segnando una diminuzione del 17%, non abbastanza per consentire di conseguire il target di 20.085 unità entro la fine del 2021, come ha sottolineato il ceo. La banca al momento conta infatti poco meno di 21.300 dipendenti.
Mps potrebbe dare il via a un round di 4000 esuberi, pari al 20% della forza lavoro attuale della banca. Gli esuberi dovrebbero avvenire nel 2022 per rispettare le richieste di Bruxelles e ottenere la proroga della presenza dello Stato nell’istituto. L’uscita dei dipendenti dovrebbe costare alla banca circa 950 milioni da spesare nel primo anno e quindi sul bilancio 2022.
L’istituto ha centrato invece il target sul taglio degli sportelli, scesi da oltre 2.000 all’inizio del piano di ristrutturazione (2017) a poco più di 1.400, con una flessione superiore al 30%.
Nel nuovo piano industriale al 2026, che costituirà la base dei negoziati tra il Tesoro e la Commissione europea sul futuro di Mps, la banca senese presterà attenzione “al perimetro del gruppo, cercando di eliminare quelle componenti che non profittevoli e comunque riesaminandole con attenzione“.
Bocca cucita sull’ importo legato all’aumento di capitale. «Se lo dicessi oggi il capitale necessario avrei già completato il piano industriale, non lo dico non per essere omissivo ma perchè un aumento di capitale va ponderato bene innanzitutto per le iniziative che sono il presupposto, una revisione delle iniziative strategiche che riguarderanno il perimetro del gruppo», ha detto ancora il ceo.
Bastianini ha indicato comunque in “due mesi” il tempo per il nuovo piano, precisando che sarà il Mef, azionista di maggioranza di Mps con una quota del 64%, a decidere i tempi e i modi di una eventuale cessione o aggregazione.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/MATTEO BAZZI
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