
La decisione arriva dopo che il governo ha approvato la legge sui rider
Nel giro di una settimana gli zaini turchese di Deliveroo scompariranno dalle strade della Spagna. L’azienda di consegna a domicilio britannica ha infatti fissato per il 29 novembre l’addio definitivo al Paese, lasciando senza lavoro 3.800 corrieri. La decisione è stata presa dopo l’approvazione della cosiddetta legge “rider”, entrata in vigore lo scorso 12 agosto, in base alla quale le aziende di consegna sono obbligate ad assumere tutte le persone che lavorano per loro, riconoscendo lo status di lavoratori dipendenti e non freelance.
In un comunicato riportato da El Pais, Deliveroo ha spiegato come la sua uscita dal mercato spagnolo sia stata concordata con i dipendenti e che la decisione non sia legata alla legge spagnola sui corrieri. Tuttavia, a luglio, i portavoce dell’azienda avevano già preannunciato il ritiro dalla Spagna, sostenendo che mantenere attive le proprie operazioni avrebbe comportato un costo troppo elevato rispetto agli investimenti attivi in altri mercati.
La legislazione spagnola è la prima al mondo a tutelare i corrieri impiegati dalle piattaforme di consegna online. Da quando è entrata in vigore, le aziende hanno avuto 90 giorni di tempo per assumere i propri corrieri con contratto regolare e status da dipendente. In questo modo, al personale di consegna sono state garantite tutte le tutele offerte da un contratto di lavoro subordinato. Inoltre, in base alla legge, le compagnie devono informare i lavoratori sul funzionamento degli algoritmi che regolano le consegne, per evitare discriminazioni e valutazioni automatiche che possano influenzare promozioni o licenziamenti.
Nessun’altra azienda, a parte Deliveroo, ha deciso di abbandonare la Spagna a seguito dell’approvazione della legge. Uber eats, Glovo, Rocket e anche la turca Getir, si sono adeguate alla legge e hanno mantenuto operative le loro attività.
Secondo i portavoce dell’azienda la decisione è stata presa a causa della forte concorrenza nel paese, che le ha impedito di occupare la “posizione di leader che ha raggiunto negli altri dodici mercati in cui opera, dove è il primo o il secondo operatore”. Per i 3.800 corrieri lasciati a casa i sindacati hanno negoziato una compensazione di 45 giorni di paga per ogni anno lavorato, a partire da un minimo di mille euro per chi ha lavorato meno di un anno.
di: Filippo FOLLIERO
FOTO: EPA/VICKEY FLORES
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