
Fra la pandemia e la precarietà, le nuove generazioni non vedono di buon occhio l’andamento dell’economia Italiana
Gli indicatori del mercato del lavoro italiano non dipingono uno scenario roseo, in special modo per i giovani. È proprio su questa categoria che si sono riversati molti dei danni collaterali della pandemia: basti pensare che da marzo 2020 a marzo 2021 in Italia sono andati persi 900mila posti di lavoro, di cui 74mila under 25. A conferma di questa tendenza anche una recente analisi dell’Istituto Toniolo, da sempre impegnato in indagini di carattere statistico e sociologico sui giovani.
In questo report, basato su un campione di 6mila persone fra i 18 e i 32 anni, emerge come il 70% dei giovani nutra una profonda sfiducia nei confronti del lavoro e della situazione economica in generale, tanto da mettere in discussione il loro futuro nel nostro Paese.
A preoccupare i giovani non è solo la disoccupazione ma anche la precarietà delle condizioni di chi un lavoro ce l’ha. Per il 79,4% degli intervistati infatti il possesso di un contratto a tempo determinato costituisce un’insicurezza rilevante e un valido motivo per ritardare l’uscita dal proprio nucleo familiare e abitativo.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA
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