
Il gruppo Stellantis ha immatricolato il 2,6% in più del 2020 ma a dicembre l’intero settore registra -27,5%
In generale nel 2021 torna a crescere il mercato dell’auto. Lo scorso anno sono stati immatricolati 1.457.952 veicoli, contro i 1.381.756 del 2020. Si tratta di un rialzo del 5,5%. A dirlo sono i dati del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture che evidenzia come nel solo mese di dicembre invece sono state vendute 86.679 auto, il 27,54% in meno dello stesso mese dell’anno precedente.
Sempre a dicembre i trasferimenti di proprietà sono stati 274.998 a fronte di 276.665 passaggi registrati a dicembre 2020, con una diminuzione pari a -0,60%. Il volume globale delle vendite mensili, pari a 361.677, ha interessato per il 23,97% vetture nuove e per il 76,03% vetture usate.
Esattamente in linea con il mercato generale anche Stellantis ha visto un segno positivo nell’intero 2021 ed uno negativo a dicembre. Il gruppo ha infatti immatricolato in Italia 549.775 auto, il 2,6% in più del 2020. La quota è par al 37,7% rispetto al 38,8% dell’anno precedente. Il mese scorso ha venduto 31.687 auto, in calo del 34,8%, con la quota che scende al 36,6% dal 40,6%.
«Il primo dato statistico sul 2021, quello sulle immatricolazioni di auto, è purtroppo catastrofico». Lo sottolinea il Centro Studi Promotor, secondo cui rispetto al 2019 il calo è di ben il 23,9% e per il 2022 la previsione è di 1.500.000 immatricolazioni. «Se così fosse – spiega – nel triennio 2020-2022 verrebbero immatricolate in Italia 4.339.708 contro il livello minimo di sei milioni necessario per evitare un ulteriore decadimento del vetusto parco auto. I fattori sono gli stessi che hanno determinato i disastrosi risultati del 2021: il persistere della pandemia, l’economia in recupero ma con molti settori e persone in difficoltà, la crisi del microchip, il disorientamento degli acquirenti in vista di una transizione ecologiche che non decolla, il turbamento dei concessionari per la decisione di molte case automobilistiche di voler superare il sistema di distribuzione basato sulle concessionarie».
Ecco allora che in questo quadro tutt’altro che rassicurante secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor è necessario che venga varato, come in altri Paesi, un progetto organico di transizione all’elettrico con un piano triennale di incentivi per l’acquisto con rottamazione di vetture euro 6d con emissioni di CO2 contenute e per l’acquisto, con o senza rottamazione, di vetture elettriche. «Questa misura dovrebbe essere strutturale e dovrebbe prevedere uno stanziamento di almeno tre miliardi nel triennio, dovrebbe essere subito affiancata da incentivi per lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica, da un’azione di corretta informazione dell’utente, dall’indicazione delle fonti di finanziamento per la transizione all’elettrico, dall’indicazione delle misure compensative per neutralizzare l’effetto dei cali di occupazione e di produzione legati alla transizione ecologica e per fare in modo che il fabbisogno di energia elettrica generato dalla nuova mobilità sia coperto solo con fonti rinnovabili», ha spiegato.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: CLAUDIO PERI/ANSA/ DC / SIM
Ti potrebbe interessare anche: