
Pochi spunti macro oggi. L’attenzione è tutta rivolta alla riunione della Banca centrale europea e all’inflazione Usa di febbraio, entrambe giovedì
Partenza in deciso ribasso per le Borse europee in questa prima seduta della settimana. Nei primi minuti di contrattazione l’indice tedesco Dax cede oltre il 3% e il Cac40 lascia sul terreno il 2,7%, mentre il Ftse 100 indietreggia dello 0,87%.
Il Ftse Mib, reduce dall’oltre -6% di venerdì, cede il 3,34% a 21.714 punti. Tra i singoli titoli si segnala un nuovo crollo di TIM (-9% a 0,226 euro) che aggiorna i minimi storici. Molto male anche Poste che cede il 4,3%. Tra le banche non fa prezzo per eccesso di ribasso Unicredit, mentre Intesa Sanpaolo ha aperto a -8%.
L’attenzione degli investitori resta sempre catalizzata sulla guerra in Ucraina e sul possibile bando dell’Occidente alle importazioni del petrolio russo, spingendo i venti di stagflazione.
In questo contesto i mercati asiatici hanno chiuso in forte ribasso con Hong Kong che è la peggiore con un -3,49%), mentre i futures di Wall Street in rosso (Dow Jones a -0,79%, S&P 500 a -1,03%, Nasdaq a -1,49%).
Sul valutario l’euro continua a passare di mano a favore del dollaro, valuta rifugio per eccellenza. Il cambio contro il biglietto verde cede lo 0,46% a 1,0877 e lo Us Dollar Index sale a 99 punti, al top da maggio 2020. La moneta comune si indebolisce anche contro lo yen dello 0,3% a 125,03. Piatto il cross con il franco a 1,0012. Lato materie prime il rally del petrolio è più veloce che mai sulla scia di un possibile bando al greggio russo da parte dell’Occidente. Il Brent e il Wti volano rispettivamente del 9,65% a 129,52 dollari al barile e dell’8,75% a 125,81, ai massimi dal 2008. Non si ferma nemmeno il gas europeo. I futures scambiati sul Ttf di Amsterdam e con scadenza ad aprile salgono del 22% a 235 euro/MWh. In rialzo l’oro dell’1,1% a 1.988 dollari l’oncia, ma volano tutte le materie prime.
La settimana, che porterà alla riunione della Banca centrale europea e all’inflazione Usa di febbraio (entrambe giovedì), prende il via con pochi spunti macro. Da segnarsi in agenda il dato tedesco sugli ordinativi industriali e il credito al consumo negli Stati Uniti.
di: Maria Lucia PANUCCI
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