Per motivi di sicurezza non verranno aperti corridoi umanitari. Erdogan tenta ancora il ruolo di mediatore per la pace con il nuovo round di negoziati a Istanbul
La Russia vuole “risultati tangibili” dai negoziati con l’Ucraina e per questo, secondo il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, un incontro tra Putin e Zelensky, in questo momento sarebbe “controproducente“. Dai colloqui, infatti, fino a ora non sarebbero emersi “risultati significativi“.
“La Turchia è tra quei Paesi che in futuro potrebbero diventare garanti della nostra sicurezza“. A dirlo è il vice capo gabinetto del presidente ucraino Zelensky, Igor Zhovkva, nel giorno in cui ripartono i negoziati tra Russia e Ucraina. Da oggi, 28 marzo, e fino al 30, infatti, si dovrebbero tenere a Istanbul, Turchia, i nuovi colloqui tra le delegazioni alla ricerca della pace.
Proprio in vista dei colloqui, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky cambia le carte in tavola e dichiara che l’Ucraina è pronta ad accettare uno status di neutralità: «garanzie di sicurezza e lo status neutrale e non nucleare del nostro Stato: siamo pronti ad accettarlo. Questo è il punto più importante. Era il primo punto di principio per la Federazione Russa, per quanto ricordo. E per quanto ricordo hanno iniziato la guerra per questo».
Nel frattempo la Cina chiede che vengano portati avanti “dialogo e negoziazione” come “unico modo corretto per risolvere la questione ucraina“. «Ciò che tutte le parti devono fare urgentemente ora è alleviare la situazione, promuovere i colloqui e porre fine alla guerra, piuttosto che intensificare i conflitti» – ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin.
Mentre il conflitto, in attesa di una fine, va avanti, la Germania starebbe valutando l’installazione di un sistema di difesa antimissile per proteggersi da un potenziale attacco russo. «Dobbiamo essere consapevoli del fatto che abbiamo un vicino pronto a usare la violenza per far valere i propri interessi» – ha detto il cancelliere Olaf Scholz a chi gli avesse chiesto se nei piani di Berlino c’era aumentare la portata delle batterie Patriot esistenti.
Dalla Casa Bianca, invece, il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, spiega le più recenti parole del presidente Joe Biden. «Penso che il presidente Biden e la Casa Bianca abbiano sottolineato semplicemente che Putin non può avere il potere di fare una guerra o impegnarsi in un’aggressione contro l’Ucraina o contro chiunque altro» – ha riferito in merito alla presunta richiesta di cambio di regime a Mosca. La stessa posizione era già stata spiegata da Biden all’indomani del discorso tenuto a Varsavia che aveva scatenato le ire del Cremlino.
Intanto, dall’Ucraina, il sindaco di Mariupol, Vadym Boichenko, chiede che i civili vengano completamente evacuati mentre la città è sull’orlo di una “catastrofe umanitaria“: almeno 160 mila cittadini sono intrappolati senza energia elettrica. «La Federazione Russa sta giocando con noi» – ha dichiarato, denunciando che le forze russe non permettono un passaggio sicuro ai 26 bus in attesa di portar via i civili.
Oggi, tuttavia, nessun corridoio umanitario verrà aperto. Dietro la decisione ci sarebbero motivi di sicurezza: «la nostra intelligence ha riportato possibili provocazioni da parte degli occupanti sulle rotte dei corridoi umanitari. Pertanto, per motivi di pubblica sicurezza, oggi non apriamo corridoi umanitari» – ha scritto su Telegram la vice prima ministra Iryna Vereshcuk.
Dal ministero della Difesa russo il portavoce Igor Konashenkov fa il bilancio degli obiettivi militari ucraini colpiti: 36 nelle ultime 24 ore. Si tratterebbe di “due posti di comando, due sistemi missilistici di difesa aerea, un lanciarazzi, tre depositi di munizioni, due depositi di carburante e 23 aree di hardware militare ucraino concentrato“. «Dall’inizio dell’operazione militare speciale un totale di 308 veicoli aerei senza equipaggio, 1.713 carri armati e altri tipi di veicoli corazzati da combattimento, 170 lanciarazzi, 715 sistemi di artiglieria e mortai, e 1.557 veicoli militari speciali sono stati distrutti» – ha dichiarato Konashenkov.
Dalla controparte, invece, ammonterebbe a 17 mila il bilancio dei soldati russi uccisi dall’esercito ucraino dall’inizio del conflitto. Il dato, aggiornato a oggi, è riportato da Ukrinform. Il resto del bilancio parla di perdite russe per 586 carri armati, 1.694 veicoli blindati da combattimento, 302 sistemi di artiglieria, 95 sistemi di lanciamissili, 54 unità di difesa aerea, 123 aerei, 127 elicotteri, 1.150 veicoli, 7 navi, 73 autocisterne per il rifornimento di carburante, 66 velivoli senza pilota, 21 unità di equipaggiamenti speciali e quattro sistemi di missili balistici a corto raggio.
Le forse ucraine avrebbero respinto due attacchi russi nelle regioni di Donetsk e Lugansk, distruggendo due carri armati, un veicolo di fanteria e un’auto via terra e quattro aerei, un elicottero e due velivoli senza pilota via aerea. A riferirlo è il bollettino quotidiano. Aumenta anche il bilancio dei bambini ucraini uccisi dall’inizio del conflitto: 143, stando a quanto riferisce la commissaria per i diritti umani del Parlamento ucraino, Lyudmila Denisova. I feriti sarebbero, invece, 216.
Le truppe russe avrebbero, inoltre, lasciato l’area circostante la capitale ucraina, Kiev. Stando a quanto si legge nell’ultimo rapporto operativo dell’esercito, l’abbandono, causato da “perdite significative”, avrebbe “drasticamente ridotto” l’intensità dell’avanzata di Mosca. Secondo quanto riportato dal Kyiv Independent, tuttavia, le armate russe starebbero comunque tentando di raggiungere Kiev da nord-ovest e da est, conquistando strade e villaggi vicini.
Si ritiene che la Russia stia trasportando missili Iskander a Kalinkavichy, nel sud-est della Bielorussia. Allora stesso modo, le forze russe avrebbero lasciato anche la città di Slavutych, appena fuori dalla centrale nucleare di Chernobyl.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/TWITTER
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