Il Centro Studi di viale dell’Astronomia ha previsto “un’ampia revisione al ribasso (-2,2 punti)” rispetto alle stime dello scorso ottobre
Il Centro studi di Confindustria ha aggiornato le sue stime sulla crescita economica in Italia alla luce di uno scenario in cui “la durata della guerra è una variabile cruciale“. Ipotizzando un allentamento del conflitto (o comunque di una diminuzione delle incertezze) a partire da luglio, la crescita del Pil per il 2022 è stata ridotta a un +1,9%, con “un’ampia revisione al ribasso (-2,2 punti)” rispetto alle stime dello scorso ottobre, quando si parlava di un +4%.
Paragonando questo dato con quello dell’anno scorso, caratterizzato da un “ottimo rimbalzo“, si andrebbe quindi incontro a una “recessione tecnica seppur di dimensioni limitate“, segnando un calo dello 0,2% nel primo trimestre e di mezzo punto percentuale nel secondo trimestre.
L’obiettivo di fondo ormai rincorso da due anni, fissati ai livelli pre-Covid, slitta quindi “dal secondo trimestre di quest’anno al primo del prossimo“.
Il Centro studi lancia un appello specifico contro il caro-energia che inciderà sulla bolletta energetica di almeno 5,7 miliardi su base mensile, 68 miliardi su base annua.
Conferma queste stime anche se con toni più cauti anche il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni secondo cui “avremo certamente un impatto di questa nuova crisi, ma non siamo affatto destinati a un percorso di crescita negativa o di recessione“.
«Ci sarà un rallentamento della crescita, certamente non raggiungeremo l’attuale previsione per l’Europa del 4% – conferma Gentiloni – ma possiamo avere un moderato ottimismo di mantenere un livello più basso di crescita sostenibile anche nel 2022».
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI
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