
Gli aumenti incidono in un trend già evidente nel lungo periodo: il viaggio di un container da 40 piedi da Shanghai a Los Angeles è aumentato di 3.500 dollari in 10 anni
Le sanzioni imposte alla Russia come risposta internazionale contro l’invasione dell’Ucraina avranno conseguenze significative per tutto l’Occidente; ad essere particolarmente coinvolto dalle misure approvate c’è il settore dei trasporti, costretto a rivedere le tratte che attraversano il territorio russo.
In particolare, secondo una stima della società di consulenza ExportUSA, almeno un milione di container all’anno non potranno più arrivare dalla Cina all’Europa sfruttando il traffico su rotaia russo e andranno invece reindirizzati via mare. Questo non farà che aggravare la situazione del comparto logistico, in termini di prezzi e di disponibilità fisiche di container.
Rispetto a un anno fa, i noli marittimi dalla Cina diretti alla California sono già quadruplicati, partendo da un aumento di 10 volte tanto già registrato a febbraio 2022 rispetto a settembre del 2021. L’aumento dei costi medi di spedizione è dunque un fenomeno di lungo periodo: il viaggio di un container da 40 piedi da Shanghai a Los Angeles è aumentato di 3.500 dollari in 10 anni (da gennaio 2011 a marzo 2021).
La situazione non è migliore per il trasporto da Italia a Usa. In questo caso il costo di spedizione varia in base al porto, ma si va dai 10mila ai 12mila dollari, contro i 3.500 dollari in pre-pandemia.
Come spiega il presidente di ExportUSA Lucio Miranda, “queste sono le stime più attuali” ma a”a seguito della chiusura del porto di Shanghai, ci sono attualmente 500 navi container bloccate: i costi di spedizione potrebbero, quindi, ulteriormente aumentare“. Di qui si attende l’effetto a catena sulle produzioni, bloccate dal ridotto afflusso di materie prime, e sui cantieri.
Ad ogni modo, “il contesto e la struttura normativa per superare i problemi legati alla supply chain esiste già: non serve inventare la ruota“: secondo Miranda «basterebbe inserirsi nel Rapporto sullo stato della supply chain pubblicato dalla Casa Bianca il 24 febbraio 2022, al cui interno le principali agenzie federali hanno individuato le categorie merceologiche per le quali sussiste una criticità nel mercato americano».
«Tengo a sottolineare che all’interno del rapporto redatto dalla Casa Bianca, l’orientamento dell’Amministrazione Biden è quello di superare l’offshoring puntando al Friend Shoring – prosegue Miranda – Esistono quindi tutti i presupposti per approfondire il dialogo con gli Stati Uniti in maniera concreta, presentando le aziende italiane attive nelle categorie merceologiche interessate».
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/EPA/JEROME FAVRE
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