
Dal Canada in arrivo oltre 40 milioni di dollari di aiuti all’Ucraina. Per il Giappone inizia un processo di eliminazione graduale degli approvvigionamenti di petrolio dalla Russia. Aziende tech Cina si ritirano da mercato russo senza fare annunci
Il governo britannico ha annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni commerciali contro Russia e Bielorussia per l’invasione dell’Ucraina. Si tratta di dazi più alti all’importazione dei metalli preziosi, come platino e palladio, e del divieto di esportazione verso l’industria manifatturiera e pesante russa. «Questo pacchetto di sanzioni di vasta portata infliggerà ulteriori danni alla macchina da guerra russa», ha affermato il Segretario di Stato per il commercio internazionale Anne-Marie Trevelyan.
Intanto Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha annunciato ulteriore assistenza militare all’Ucraina per un importo di quasi 41 milioni di dollari e nuove sanzioni contro gli oligarchi russi. Il denaro servirà per fornire più artiglieria, munizioni e veicoli corazzati leggeri di produzione civile.
Il premier giapponese Fumio Kishida dal canto suo ha comunicato l’intenzione di avviare un processo di eliminazione graduale degli approvvigionamenti di petrolio dalla Russia, in linea con quanto discusso nel vertice online dei Paesi del G7 (guarda qui). Si tratta di una decisione difficile per il Giappone, privo di risorse naturali e in gran parte dipendente dalle importazioni di materie prime dopo l’incidente di Fukushima che ha provocato lo spegnimento dei quattro quinti degli impianti atomici nell’arcipelago. Secondo i dati dell’Organizzazione nazionale del commercio (Jeto), nel 2021 la Russia ha infatti contribuito a circa il 3,6% delle forniture di petrolio in Giappone e all’8,8% dell’approvvigionamento di gas naturale. Prima di quel famoso incidente in Giappone erano presenti 54 reattori capaci di generare circa il 30% del fabbisogno energetico del Paese. Ma il premier ha sottolineato che è più importante “lo spirito di solidarietà tra i Paesi del G7“. «La corrispondenza dei valori universali e fondamentali delle nazioni non è mai stata così importante come adesso, con il mondo che si trova a un bivio storico», ha detto Kishida a NHK Tv.
Non c’è ancora alcun annuncio ufficiale ma secondo quanto riporta il Wall Street Journal alcune società cinesi hi-tech si stanno silenziosamente ritirando dal mercato russo sotto la pressione delle sanzioni e dei fornitori Usa. Tra queste ci sarebbero il colosso dei pc Lenovo e il produttore di smartphone e gadget Xiaomi.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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