
Secondo i media russi, Sviatoslav “Kalina” Palomar aveva abbandonato l’acciaieria Azovstal ieri sera
«La guerra non è finita, la guerra su vasta scala è appena cominciata. Dovrete diventare comandanti e assumere il controllo o scappare e poi soffrire perdite ancora più grandi». È quanto scrive in un post su Instagram il capo dello staff del battaglione Azov, il maggiore Bohdan Krotevych, tra i combattenti ucraini ancora all’interno dell’acciaieria Azovstal a Mariupol.
«La Russia – continua Krotevych – come gli Usa, è abituata a combattere contro Paesi molto più deboli, e ogni problema veniva risolto con massicci bombardamenti d’artiglieria o raid aerei. Noi siamo più deboli nel potenziale militare, ma la fiducia in sé del nemico è la nostra carta vincente».
«Oggi (19 maggio) è l’85esimo giorno di guerra. Io e il mio comando siamo sul territorio dello stabilimento Azovstal. È in corso un’operazione, i cui dettagli non annuncerò. Grazie al mondo, grazie all’Ucraina. Ci vediamo». Questo il videomessaggio, diffuso dall‘Ukrainska Pravda, del vicecomandante e portavoce del reggimento Azov, Sviatoslav “Kalina” Palamar, che secondo i media russi iera sera era uscito dall’acciaieria di Mariupol.
«Il 19 maggio i russi hanno ucciso cinque civili a Donetsk. E altre 6 persone sono rimaste ferite». Lo ha riferito su Telegram Pavlo Kyrylenko, governatore della regione di Donetsk. Il bilancio delle vittime nella regione sale così a 397 morti e 1.109 feriti, a cui si aggiungono quelli di Mariupol e Volnovakha, il cui “numero esatto è impossibile da determinare”, sottolinea Kyrylenko.
di: Francesca LASI
FOTO: ANSA/UKRINFORM
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