
Secondo il presidente del Consiglio la strategia di Mosca sul taglio alle forniture di gas va combattuta
Il premier Draghi si è recato in visita a Kiev con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
«C’è grandissima preoccupazione. Oggi ho cercato di capire quali potessero essere i tempi: per lo sminamento dei porti potrebbero volerci due settimane, il grano arriverà verso settembre. Una delle richieste che farò al Segretario Generale delle Nazioni Unite di fare un programma per consegnare il grano ai Paesi che ne hanno bisogno, ma il dramma della carestia si sta avvicinando – ha dichiarato il presidente del Consiglio alla stampa italiana – è ora di riscoprire il ruolo dell’Onu».
Alla domanda sull’impegno di consegna di armi all’Ucraina, Draghi ha risposto: «Non ci sono state richieste di armi da parte del presidente Zelensky. Kiev ha armi più vecchie; per le armi più recenti c’è bisogno di addestramento. Se l’Ucraina non riesce a difendersi non c’è pace. Siamo venuti qui per aiutare il Paese nella ricostruzione. Questi sono stati gli argomenti. Le condizioni per la pace che richiede l’Ucraina riguardano l’integrità territoriale. La pace forzata genera solo nuovi conflitti».
Il premier affronta anche la questione del taglio alle forniture di gas «Forse c’è un uso politico del gas, come c’è un uso politico del grano. Questo ha conseguenze sullo stoccaggio: noi siamo arrivati al 52%, un ritmo che ci fa stare abbastanza tranquilli per l’inverno. Le forniture stanno diminuendo ma i prezzi sono aumentati del 15-30% e la Russia incassa come prima se non di più, è una strategia che va combattuta. Di questo parleremo nei prossimi giorni al Consiglio Europeo».
Sulle recenti decisioni della Bce il premier “non commenta” e spiega che la situazione in Italia è diversa da quella degli Stati Uniti, dove proprio ieri la Fed ha deciso per il rialzo dei tassi dello 0,75%. L’inflazione, spiega Draghi, nel nostro Paese è minore rispetto a quella degli Usa.