
Secondo Confcommercio i consumi torneranno ai livelli pre-Covid solo nel 2023. A giugno inflazione al 7,3%
L’economia italiana resiste, nonostante tutte le incertezze del periodo, dalla guerra in Ucraina all’inflazione fino al protrarsi del Covid. A dirlo è la stima dell’Ufficio di Confcommercio, secondo cui dopo un eccellente 2021, un primo trimestre del 2022 positivo contro ogni previsione, anche il trimestre che sta per chiudersi supera le attese con una crescita stimata attorno al mezzo punto percentuale in termini congiunturali. Ed il +3% previsto nel 2022 diventa un obiettivo sempre più raggiungibile, sebbene non scontato.
Ma attenzione perché Confcommercio lancia l’allarme sul fronte dei prezzi ed avverte che “le tensioni inflazionistiche non accennano ad attenuarsi”. A giugno in particolare si dovrebbe registrare, rispetto a maggio, un incremento dei prezzi al consumo dello 0,5% con una variazione del 7,3% su base annua.
I consumi, misurati nella metrica dell’Icc, sono in crescita (+3,4% su maggio del 2021), sospinti dall’incremento della propensione al consumo dovuto alla fortissima voglia di ritorno alla normalità da parte delle famiglie dopo la pandemia e nonostante la guerra alle porte dell’Europa. Ma, nel complesso, è una crescita eterogenea. In linea con quanto rilevato ormai da alcuni mesi anche a maggio 2022 la domanda si è orientata principalmente verso il recupero della componente relativa ai servizi (+18,3% nel confronto annuo) soprattutto quelli legati al turismo, che comincia a beneficiare anche del ritorno degli stranieri, e al tempo libero. Per i beni (-1,4% su maggio 2021) la situazione appare più complessa con settori in piena crisi, come l’automotive, ed altri, come l’abbigliamento e le calzature e alcuni durevoli per la casa, in cui la ripresa è alterna e stentata.
Per i consumi comunque bisognerà attendere il 2023 per recuperare i livelli pre-Covid.