
Il 55% dei lavoratori è insoddisfatto e cerca una nuova occupazione
Dall’indagine della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro condotta con SWG emerge che nell’Italia post pandemia il mondo del lavoro sta vivendo una rivoluzione.
Il 55% dei lavoratori italiani intervistati si dice insoddisfatto del lavoro che svolge e ne desidera uno nuovo, il 15% sta già cercando un nuovo lavoro. Un fenomeno trasversale e generalizzato sia per fasce d’età sia per sesso e categorie di lavoratori.
L’intenzione di cambiare lavoro è data per il 38,7% dall’insoddisfazione, per il 35,4% è la voglia di novità, per l’11,8% la paura di perdere il posto di lavoro e per il 9,8% la scadenza del contratto. Analizzando l’insoddisfazione per il 40,9% è dettata dalle scarse opportunità di carriera e per l 31,9% per la retribuzione bassa. Non solo il salario è un requisito importante per propendere per una nuova offerta di lavoro, si cerca infatti anche un maggiore equilibrio personale, livelli minori di stress e più tempo da dedicare a se stessi come rivela il 49% degli intervistati.
Con la pandemia e lo smart working il lavoro e i lavoratori sono cambiati, nel 2021 i lavoratori da remoto hanno dato un giudizio ambivalente sulla nuova formula, mentre nel 2022 l’84,2% dei lavoratori da casa apprezza il modello da remoto perché concilia lavoro e vita privata. Il 31,8% degli italiani non accetterebbe di tornare a lavorare in presenza, il 16,9% cambierebbe lavoro e il 9,3% si dice pronto al licenziamento. La cultura del lavoro è cambiata e per il 50,2% dei dipendenti sarebbe preferibile una valutazione sui risultati e non sugli orari di lavoro.
Con la pandemia e tutti i cambiamenti a essa legati il 61% dei lavoratori ha vissuto un cambiamento del lavoro che viene bocciato dal 13,9% dei lavoratori, per il 14,6% è diventato più complicato e per l’11,1% disumano.
Al vertice dell’insoddisfazione dei lavoratori, per il 56,7%, si trovano gli stipendi troppo bassi, per il 43,9% la tassazione elevata e per il 33% la scarsa meritocrazia.