
Termoli diventerà il terzo polo europeo di produzione di batterie, con Francia e Germania. Impiegherà più di duemila persone. L’investimento complessivo europeo ammonterà a 7 miliardi di euro
Da fabbrica di motori e di cambi in un moderno centro per la produzione di batterie per auto elettriche. La gigafactory Stellantis di Termoli partirà nel 2026. Lo rendono noto in un comunicato i sindacati Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr, in base a quanto comunicato loro dalla direzione della società.
Il processo di trasformazione, secondo quanto previsto, si articolerà attraverso alcune tappe fondamentali con l’impianto che funzionerà a pieno regime nel 2030, quando dovrà sfornare accumulatori per una capacità complessiva di 40 GWh annui. Impiegherà più di duemila persone.
Termoli diventerà quindi il terzo polo europeo di produzione di batterie, con Francia e Germania, a cui si aggiungeranno altre due fabbriche negli USA e in Canada. L’investimento complessivo europeo ammonterà a 7 miliardi di euro. Ciò sarà reso possibile attraverso la joint venture ACC formata dalla stessa Stellantis con Mercedes e Total.
«Di positivo c’è che il piano dell’azienda potenzialmente porta alla piena rioccupazione – spiegano i sindacati. – Ma sussistono alcune criticità, che dovremo affrontare insieme. Innanzitutto è da assicurare formalmente che Acc si impegni a prendere tutti i lavoratori attualmente impiegati a Termoli, poi in ogni caso ci sarà un periodo di scarico di lavoro che richiederà ammortizzatori sociali di accompagnamento e che dovremo cercare di rendere il meno gravoso possibile per i lavoratori. Inoltre andrà garantito un congruo trattamento di trasferta per l’eventuale periodo di lavoro e formazione da svolgere in Francia. Infine chiediamo un’intesa che offra la massima tutela possibile in termini di continuità normativa e salariale per tutti i lavoratori coinvolti. Per risolvere questi problemi i prossimi incontri dovranno coinvolgere la joint venture subentrante Acc e poi naturalmente le istituzioni locali e nazionali. Ma siamo fiduciosi che sapremo trovare le giuste risposte per i lavoratori, poiché il risultato è di grande importanza: la riconversione della più grande fabbrica di motori di Italia e la occupazione di oltre duemila lavoratori».