
I ricavi netti di Unicredit nel secondo trimestre sono a 4,8 miliardi di euro in II trimestre, +18,7% su base annua
Boom per l’utile netto di Unicredit. Nel secondo trimestre del 2022 la banca guidata da Andrea Orcel ha riportato un risultato di 2,010 miliardi, in forte aumento su base trimestrale e in rialzo del 94,5% su base annua. Si tratta di un dato quasi raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Sono state completamente stracciate le stime degli analisti. Barclays si aspettava un utile di 1,133 miliardi, mentre Banca Akros prevedeva per il secondo trimestre un utile netto di 980 milioni.
In forte rialzo anche i ricavi netti che nel secondo trimestre ammontano a €4,8 miliardi, in rialzo del 28,1% su base trimestrale e del 18,7 % su base annua. I ricavi totali pure si sono attestati a €4,8 mld, in calo del 4,7% trim/trim e in rialzo del 8,9 per cento a/a. Anche qui sono state superate le stime degli analisti. Barclays aveva previsto un valore del fatturato totale pari a 4,488 miliardi, mentre gli analisti di Banca Akros parlavano di 4,5 miliardi di euro.
UniCredit ha ricordato che il 14 luglio 2022 si è positivamente conclusa la prima tranche del riacquisto di azioni proprie 2021, per un valore di €1,6 miliardi, equivalente al 7,4 per cento del capitale azionario. La banca intende ora convocare l’Assemblea dei Soci nel terzo trimestre del 2022 per ottenere l’autorizzazione ad incrementare il numero di azioni da acquistare per eseguire la seconda tranche di riacquisto delle azioni proprie 2021 di €1,0 miliardo, che è stata sottoposta all’approvazione della Bce.
«La nostra esposizione verso la Russia è sotto controllo e la Russia non è più una preoccupazione per i risultati del gruppo – ha detto il numero uno Andrea Orcel. – Stiamo riducendo la nostra esposizione così come ci siamo impegnati, il nostro business in Russia è funzionale e dal punto di vista economico, finanziario e di capitale l’impatto della Russia sui conti non è una più una preoccupazione per noi. Siamo impegnati a ridurre gradualmente la nostra esposizione: l’abbiamo ridotta di 2,7 miliardi e continueremo a farlo modo ordinato e razionale. Non abbiamo cambiato la nostra posizione in proposito».