
Secondo i dati Istat e Ice, l’export è trainato dal Nordest ma la crescita maggiore si è avuta nelle due isole
Il commercio mondiale di beni (in dollari e a prezzi correnti) registra una crescita del 26,3% sul 2020, superando ampiamente i livelli 2019. Il risultato è sintesi di un forte aumento dei volumi scambiati (+9,4%) e dei valori medi unitari (+15,5%); anche il valore nominale dell’interscambio di servizi registra un aumento (+16,8%).
In questo scenario di forte ripresa post pandemia, l’Italia registra un aumento eccezionalmente ampio del valore in euro delle merci esportate (+18,2%) e importate (+26,4%). La crescita più intensa dell’import determina una contrazione dell’avanzo commerciale (19,1 miliardi in meno del 2020) che nel 2021 ammonta a 44,2 miliardi. A pesare sulla riduzione del surplus commerciale è soprattutto la componente energetica, al netto della quale, l’avanzo si attesta a 89,3 miliardi da 85,7 miliardi del 2020. Lo rileva l’Annuario statistico del commercio estero realizzato da Istat e Ice, che evidenzia come nel 2021 la quota di mercato dell’Italia sulle esportazioni mondiali di merci (in dollari) scende dal 2,82% del 2020 al 2,71%.
La provenienza territoriale delle vendite sui mercati esteri si conferma fortemente concentrata nelle regioni del Centro-nord, da cui proviene l’88,8% dell’export nazionale, mentre il Mezzogiorno ne attiva solo il 9,9%. Nel 2021, la quota della Lombardia sulle esportazioni nazionali è del 26,3%. Seguono Emilia-Romagna (14,0%), Veneto (13,6%), Piemonte (9,6%) e Toscana (9,2%). Rispetto al 2020, l’incidenza sul totale dell’export nazionale aumenta per le ripartizioni dell’Italia insulare (da 2,5% a 3,1%) e dell’Italia Nord-occidentale (da 37,3% a 37,6%) mentre diminuisce per Italia meridionale (da 7,5% a 6,8%), Italia centrale (da 18,6% a 18,1%) e Italia Nord-orientale (da 33,2% a 33,1%).
La crescita dell’export nel 2021 interessa ad ogni modo tutte le regioni italiane, a eccezione della Basilicata, sottolinea l’Istat. L’aumento delle esportazioni è molto marcato per l’Italia insulare (+46,4%), intorno alla media nazionale (+18,2%) per il Nord-ovest (+19,2%) e il Nord-est (+18,0%). Aumento più contenuto per l’Italia centrale (+15,3%) e, soprattutto, per l’Italia meridionale (+6,6%).Germania e Francia si confermano infine nel 2021 i principali mercati di sbocco delle vendite di merci italiane, con quote pari, rispettivamente, al 13% e al 10,2% delle esportazioni nazionali. Come nel 2020, gli Stati Uniti si collocano al terzo posto tra i paesi partner, con una quota del 9,6%. Seguono Svizzera (5,3%), Spagna (4,9%) e Regno Unito (4,5%).