
Il gigante delle caffetterie soffre la congiuntura economica ma ha investito sui lavoratori per aumentare le ore di apertura. Le vendite, infatti, reggono
L’aumento dei costi per salari e forniture ha messo sotto pressione il reddito di Starbucks dell’ultimo trimestre, tuttavia la società punta sul fatto che la domanda dei clienti statunitensi sta rimanendo forte. Il gigante del caffè ha spiegato che l’aumento dei salari dei dipendenti, della formazione e dei costi per le materie prime ha danneggiato i profitti a livello di negozio nel periodo. L’aumento dei prezzi ha parzialmente compensato i costi crescenti, ha dichiarato l’azienda.
Le vendite globali di Starbucks per i tre mesi conclusi il 3 luglio sono aumentate del 3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Negli Stati Uniti sono aumentate del 9%, mentre nel mercato cinese sono crollate del 44% a causa dei ripetuti lockdown del Paese. Per il trimestre, ha riportato un Eps di 84 centesimi per azione, battendo le aspettative degli analisti di 77 centesimi per azione, secondo FactSet.
L’utile netto di 912,9 milioni di dollari è sceso del 21% rispetto al periodo precedente. L’aggiornamento dei risultati della catena di caffè arriva mentre l’economia è in sofferenza, la scorsa settimana il Dipartimento del Commercio ha riferito che l’economia statunitense si è contratta per il secondo trimestre consecutivo a causa dell’inflazione che ha colpito la spesa dei consumatori e delle imprese. I ristoranti sono stati tra i maggiori responsabili dell’aumento della spesa dei consumatori per i servizi nel mese di giugno, come ha dichiarato la scorsa settimana il Dipartimento del Commercio.
Circa il 75% delle vendite nei negozi proviene dalle bevande fredde, molte delle quali ordinate dai clienti con l’aggiunta di aromi e colori. La customizzazione aiuta Starbucks a competere con le rivali; l’azienda non ha notato una riduzione della spesa da parte dei clienti, neppure per gli articoli più costosi, come invece hanno riferito altre catene nelle ultime settimane.
Di pari passo Starbucks sta cercando di attirare i lavoratori statunitensi e mantenere quelli già inseriti; la società ha infatti aumentato i salari dei baristi statunitensi che ora dovranno guadagnare almeno 15 dollari l’ora o ricevere un aumento del 3%.
L’azienda ha dichiarato che il numero di posizioni aperte sta diminuendo a fronte di un aumento delle retribuzioni orarie, fin ora la catena ha assunto un numero record di dipendenti statunitensi e, di conseguenza, sta aumentando il numero di ore di apertura dei suoi caffè.
Il mese scorso però, Starbucks ha chiuso 16 caffetterie statunitensi per problemi di sicurezza segnalati dai lavoratori e il Ceo ha aggiunto che probabilmente saranno chiuse altre sedi, dato che la sicurezza pubblica è diventata un problema presente in diverse aree del Paese sulla scia della pandemia.