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Acquedotto Pugliese esporta know-how nella striscia di Gaza

Giulia Guidi
10 Agosto 2022
Acquedotto Pugliese esporta know-how nella striscia di Gaza
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COOP4WaterRights, programma che vede il Comune di Bari capofila, sta lavorando per migliorare il servizio idrico-fognario in un’area di 268mila abitanti L’esperienza e le conoscenze tecniche di Acquedotto Pugliese sono […]

COOP4WaterRights, programma che vede il Comune di Bari capofila, sta lavorando per migliorare il servizio idrico-fognario in un’area di 268mila abitanti

L’esperienza e le conoscenze tecniche di Acquedotto Pugliese sono a servizio della comunità, non solo nel Mezzogiorno d’Italia, ma anche nella regione costiera della striscia di Gaza grazie a COOP4WaterRights, programma che vede il Comune di Bari capofila.

Con il progetto si sta migliorando il servizio idrico-fognario nella Municipalità di Khan Younis, la seconda più grande area urbana della zona con 268.000 abitanti. In particolare tra le diverse iniziative vi è la realizzazione di una condotta fognaria di 33 chilometri e delle relative connessioni domestiche, che connetterà quattro tra i più popolosi distretti della Municipalità all’impianto di depurazione di Khan Younis. 

AQP ha fornito il proprio supporto di verifica tecnica della progettazione, per superare l’inadeguatezza del sistema fognario della municipalità e per rendere tale sistema più efficiente.

Attualmente l’area urbana è caratterizzata da un forte inquinamento ambientale sia in superficie sia nella falda acquifera sotterranea, causato principalmente dal fatto che solo circa il 55% della popolazione della città è allacciato al sistema di raccolta delle acque fognarie, mentre il restante 45% della popolazione utilizza pozzi neri quasi sempre permeabili, con conseguente percolazione e grave inquinamento della falda acquifera sotterranea, che rappresenta l’unica fonte di approvvigionamento idrico della città.

Grazie all’iniziativa si eviterà di avere acque reflue in superficie con le inevitabili gravi implicanze di natura sanitaria, aumentando l’area di copertura del sistema fognario urbano e proteggendo al contempo la falda.

Il problema dell’acqua a Gaza non è certamente nuovo ma oggi ha raggiunto un livello critico. La falda acquifera sotterranea (praticamente unica fonte d’approvvigionamento idrico dell’area) non soltanto si sta rapidamente esaurendo, ma sta vedendo gravemente compromessa anche la sua qualità.

Decenni di pompaggio eccessivo, combinati con infiltrazioni di acque nere, prodotti agrochimici e intrusione di acqua di mare, hanno portato la falda a uno stato quasi irrecuperabile. Di conseguenza circa il 97% dell’acqua disponibile nella Striscia è inadatta al consumo umano secondo i parametri di qualità stabiliti dall’Oms. L’accesso ad acqua sicura è di conseguenza estremamente limitato.

Negli scorsi giorni il direttore generale Maeci Fabio Cassese, già ambasciatore italiano in Giordania, il console generale a Gerusalemme, Giuseppe Fedele, il direttore generale Aics, Luca Maestripieri e il direttore Aics Gerusalemme, Guglielmo Giordano, hanno effettuato una visita di monitoraggio.

Dall’incontro nella città palestinese, che si trova a soli 4 chilometri a est del Mar Mediterraneo, è emerso che grazie al progetto COOP4WaterRights l’area di copertura del sistema fognario urbano raggiungerà il 75% della popolazione e che l’impianto di depurazione già esistente lavorerà in modo più efficiente ricevendo un adeguato apporto di acque reflue da trattare (ora la quantità giornaliera è di 7.000 metri cubi ed alla fine del progetto raggiungerà gli 11.000 metri cubi).

  • acquedotto pugliese
  • striscia di gaza

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