L’Italia è il Paese più virtuoso nello spreco alimentare nell’ambito del commercio al dettaglio
Lo spreco alimentare è ancora una piaga consistente non solo dell’economia mondiale ma anche dell’ambiente.
Cominciamo dai dati, che sono allarmanti. Nel 2019 sono stati prodotti 931 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, stando alle stime Fao e Unep. Di questi rifiuti, il 61% viene prodotto dalle famiglie, il 26% dalla ristorazione e il restante 13% dalla vendita al dettaglio. A livello globale e complessivo, si stima che il 17% di tutto il cibo prodotto venga sprecato, con 160 milioni di tonnellate di cibo buttato via ogni anno.
Quanto alle conseguenze ambientali, basti pensare all’inquinamento derivante dallo smaltimento di così tanti rifiuti, ivi comprese le emissioni dei mezzi di trasporto.
Nel 2021 il record dello spreco lo ha segnato il continente africano, con 100 kg di cibo per persona andato buttato. L’Unep spiega questa maglia nera principalmente con due fattori: l’inadeguato campionamento a livello statistico della popolazione, in particolare quella più povera, e il fatto che nel calcolo degli sprechi si annoverino anche le parti di cibo non commestibile che proprio nei Paesi più in difficoltà non vengono riutilizzati né trasformati.
Il primato dello spreco nel commercio al dettaglio spetta invece all’Asia, con 17 kg di cibo per persona buttato ogni anno. Nell’ambito della ristorazione ogni anno in Asia, America e Africa vanno buttati 28 kg di cibo per persona. La situazione è migliore in Europa dove i kg sprecati annualmente per persona sono 13.
Nel vecchio continente il Paese più sprecone è la Grecia dove, secondo il Food Waste Index 2021 ogni anno ogni persona butta via 142 kg di cibo. Seguono Malta (129 kg) e Cipro (95 kg). La nazione più virtuosa è la Slovenia (34 kg); bene anche l’Italia che rientra fra le prime 8 posizioni dei Paesi meno spreconi (67 kg).
Paesi più grandi del nostro come Germania, Spagna e Francia fanno peggio, sprecando rispettivamente 75, 77 e 85 kg di cibo per persona ogni anno.
Nel commercio al dettaglio l’Italia è addirittura prima per il riutilizzo, la trasformazione e il mancato spreco di cibo, appena quattro kg all’anno per persona. In questo campo le peggiori sono Danimarca (30 kg) e Francia (26 kg). Nei servizi alimentari la peggiore è l’Irlanda (56 kg per persona).
Il cibo più sprecato comprende alimenti rapidamente deperibili come frutta e verdura, ma anche pesce, frutti di mare e cereali. La categoria meno buttata via è quella dei latticini.