
Pubblicato uno studio dell’agenzia di rating. Con il sistema bancario del nostro Paese, più suscettibili all’aumento dei prezzi energetici anche quelli tedeschi e austriaci
Uno scenario di razionamento delle forniture di gas vedrebbe il sistema bancario italiano tra quelli più «suscettibili all’inflazione dei prezzi dell’energia e alle possibili esigenze di razionamento dell’energia nell’inverno 2022-23», in un gruppo di sistemi europei che comprende anche l’Ungheria, la Slovacchia, la Repubblica Ceca, l’Austria e la Germania. A rilevarlo è uno studio dell’agenzia di rating Moody’s (nella foto la sede centrale, a New York).
«I sistemi bancari di questi Paesi, in uno scenario avverso di interruzione completa delle forniture di gas russo (che non è il nostro scenario di base), si troverebbero ad affrontare i maggiori aumenti diretti di crediti problematici, in particolare a causa dei prestiti al settore industriale e manifatturiero. Gli effetti a catena si trasmetteranno attraverso le catene di approvvigionamento transfrontaliere e le relazioni commerciali ad altri Paesi dell’UE, per cui, in misura minore, i prestiti problematici aumenteranno anche al di fuori dei sei Paesi più colpiti», rileva Moody’s.
«I sistemi bancari dell’UE – osserva l’agenzia di rating – affrontano queste sfide alle loro metriche di solvibilità da una posizione di forza. Dalla fine del 2019, poco prima dell’inizio della pandemia di coronavirus, la maggior parte dei sistemi bancari evidenziati ha rafforzato la propria capacità di assorbimento delle perdite grazie a riserve di capitale più solide, a una riduzione dei prestiti problematici e alla creazione di riserve di perdita sui prestiti più solide».
E l’agenzia prosegue: «Nel nostro nuovo scenario di riferimento, che prevede una ripresa economica modesta nel 2022 e una crescita molto bassa nella prima metà del 2023, riteniamo che questi buffer siano necessari, ma in generale soddisfacenti per assorbire le prossime pressioni sulla solvibilità. Come ulteriore rete di sicurezza, riteniamo che la BCE prenderà in considerazione l’utilizzo del suo nuovo strumento anti-frammentazione in caso di pressioni eccessive sui premi per il rischio in un Paese membro».
«Oltre alle pressioni inflazionistiche, la prospettiva del razionamento del gas ha intaccato la fiducia dei consumatori e, se si concretizzasse, potrebbe provocare un calo della produzione industriale e una recessione nel 2023 che danneggerebbe i mutuatari e le famiglie al di là dell’impatto diretto dell’aumento dei costi dell’energia che i programmi di sostegno del settore pubblico mirano a contrastare» prosegue l’analisi.
Infine le conclusioni di Moody’s: «Prevediamo che gli aumenti del costo del rischio nel 2022 e nel 2023 saranno più che compensati dall’aumento dei ricavi, trainati dal reddito netto da interessi, per la maggior parte delle banche; tuttavia, prevediamo anche che le metriche di solvibilità si ridurranno complessivamente rispetto ai livelli attualmente elevati, a causa dell’aumento dei crediti problematici e delle attività ponderate per il rischio».
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