Secondo uno studio dell’istituto nazionale, i prestiti nelle aree più vulnerabili pesa sempre di più la possibilità di insolvenza dei debitori. Spesso anche i garanti sono nelle stesse zone
Il clima impazzito mette in pericolo anche le banche: con l’aumentare delle temperature globali aumenta anche la loro esposizione al rischio, perchè sui prestiti nelle aree più vulnerabili pesa sempre di più la possibilità di insolvenza dei debitori.
E’ quanto emerge da uno studio pubblicato da Bankitalia che dà una prima valutazione di quanto rischiano le banche quando concedono prestiti alle imprese che si trovano nelle aeree più soggette a frane, alluvioni, ondate di calore e siccità.
Circa un quarto dei prestiti alle imprese, rileva lo studio, è verso aziende localizzate in province ad alto rischio. Di questi, il 58% (346 miliardi) è coperto da garanzie che, però, potrebbero a loro volta essere esposte allo stesso rischio fisico dei finanziamenti perchè spesso il ‘collaterale’ è situato nella stessa area.
E’ questo il caso dell’85% dei finanziamenti erogati ad aziende che si trovano in aree ad “alto impatto” dei danni climatici: le garanzie si trovano tutte nelle stesse zone ed e’ per questo che, secondo lo studio, il rischio climatico può aumentare la probabilità di default.
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