
Volano i prezzi dell’energia in Europa e non si arresta ad Amsterdam la corsa del prezzo del gas che supera quota 300 euro per megawattora, con un incremento del 12%. Oggi attesi dati sul Pil Usa
Apertura tonica per le Borse europee, che danno il via alla seduta di scambi in buon rialzo. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib avvia le contrattazioni a 22.578 punti (+0,65%), dietro Parigi (+0,73%) e Francoforte (+0,71%). Positiva anche Londra, che sale dello 0,48%
I mercati sono nervosi e altalenanti, in vista del meeting di Jackson Hole, che inizia oggi e che domani prevede l’intervento di Jerome Powell. Gli investitori sono agitati ma anche pronti al rimbalzo, in attesa di quello che dirà il capo della Federal Reserve. L’impressione è che manterrà dei toni da “falco”.
Gli investitori sono divisi tra chi si aspetta una stretta di mezzo punto percentuale a settembre e chi prevede un rialzo di 75 punti base, tuttavia nel complesso non si mostrano pessimisti. In Asia i listini sono in rialzo e così anche i future a Wall Street e in Europa, mentre il dollaro flette leggermente pur restando su livelli elevati
In aumento anche i future sull’EuroStoxx 50, dopo che ieri le Borse europee hanno chiuso miste, penalizzate dal timore che l’impennata dei costi energetici possa provocare una flessione economica a livello mondiale.
Volano i prezzi dell’energia in Europa e non si arresta ad Amsterdam la corsa del prezzo del gas: parte in rialzo la quotazione dei futures del gas Ttf all’hub di Amsterdam, che guadagnano il 3,37% a 302 euro al megawattora dopo il balzo a 300 euro di ieri a fine seduta. E’ dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina che il prezzo del gas non raggiungeva questo livello, innescato dall’annuncio del nuovo stop per manutenzione da parte di Gazprom del gasdotto Nord Stream.
In Asia il prezzo del petrolio, nonostante il timore di recessione, è virato al rialzo, col Brent che è tornato a superare la soglia dei 100 dollari e il Wti sopra quota 95 dollari. A far salire il prezzo del greggio sono le restrizioni nell’offerta e l’Iran, il quale ha fatto sapere che non permetterà ispezioni al di là di quelle previste dall’accordo del 2015.
Oggi escono i dati sul Pil Usa del secondo trimestre, che dovrebbe restare invariato, mentre sul fronte delle banche centrali, sono attesi i verbali Bce sulla riunione di luglio, che potrebbero fornire indicazioni sulle future mosse dell’Istituto e sulle posizioni dei vari membri.