
L’associazione allarma sui rischi che affronteranno le piccole imprese di turismo e terziario, schiacciate tra rallentamento dei consumi e aumento costi fissi
La corsa di inflazione e bollette taglia la ripresa dei consumi. Senza un’inversione di tendenza l’aumento di prezzi e utenze, e l’incertezza che ne consegue, porterà a una minore spesa delle famiglie di 34 miliardi di euro in due anni: -21 miliardi, pari a -2,3 punti percentuali rispetto alle previsioni nel 2022, e -13 miliardi nel 2023. Lo rileva la Confesercenti.
La frenata dei consumi – si legge in una nota – determinerà anche una minore crescita del Pil dell’1,3% nel 2022 e dello 0,8% nel 2023. Oltre gli aumenti c’è anche l’incertezza da questi generata, che peserà per -1,8 miliardi nel 2022 e per -5,1 miliardi nel 2023, per una minore spesa nel biennio di 6,9 miliardi di euro, spiega Confesercenti.
Una prospettiva pesante anche per le piccole imprese del turismo e del terziario, che dipendono dal mercato interno. E che rischiano di rimanere schiacciate tra il rallentamento dei consumi e l’aumento dei propri costi fissi.
Senza un intervento immediato per attutire l’impatto degli aumenti di energia e gas, insiste l’associazione di categoria, le piccole imprese di turismo e terziario si troveranno a pagare nei prossimi 12 mesi una maxi-bolletta da 11 miliardi di euro, circa 8 miliardi in più rispetto ai 12 mesi precedenti.
Senza misure, conclude la nota, il caro-bollette rischia di spingere fuori mercato decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di lavoratori. Si lavori – chiede Confesercenti – per recuperare quanto dovuto sugli extraprofitti per finanziare gli aiuti.