
Si prospetta una giornata difficile per i mercati. I riflettori restano puntati anche sulle prossime mosse delle banche centrali. Clima molto teso sul gas
Le principali Borse europee aprono la seduta in negativo. Nei primi minuti di scambi Piazza Affari segna -1,35% a 22.063 punti mentre Francoforte avvia le contrattazioni a -1,06%, Londra registra -0,41% e Parigi cede lo 0,86%. Sulla piazza asiatica, a Tokyo il Nikkei 225 chiude lasciando sul terreno l’1,11% a 27.567 punti.
Si prospetta una giornata difficile per i mercati. I riflettori restano puntati anche sulle prossime mosse delle banche centrali che si profilano sempre più aggressive. Dopo la stretta della Bce, che ha deciso un maxi rialzo da 75 punti base, ora si guarda alla Fed. I deludenti dati sull’inflazione Usa hanno consolidato le attese di un maxi rialzo nel direttivo del 21 settembre accrescendo la preoccupazione che la stretta possa rivelarsi più lunga e più dura delle attese.
Si guarda anche alla Banca d’Inghilterra, la cui riunione è stata rinviata dal 15 al 22 settembre per la morte della regina Elisabetta. Nessuna buona notizia arriva infatti dai dati sull’inflazione inglese che hanno mostrato un calo ancora troppo lento dell’indice dei prezzi al consumo.
Sul fronte energetico, la Commissione europea valuta ancora l’ipotesi di un tetto al prezzo del gas russo ed entro il 30 settembre dovrebbe presentare una proposta. Intanto il governo tedesco ha annunciato che prenderà il controllo delle attività in Germania del gigante petrolifero russo Rosneft.
Il prezzo del gas apre in calo in Europa. Al Ttf i future vengono scambiati a 206 euro/Mwh in ribasso del 3,87%. Ieri i contratti viaggiavano in rialzo sopra i 220 euro dopo che il vice primo ministro russo Alexander Novak aveva dichiarato che le esportazioni di gas russo verso l’Unione europea diminuiranno di 50 miliardi di metri cubi quest’anno.
Prezzo del petrolio in aumento questa mattina sui mercati delle materie prime: il barile di Wti con consegna ad ottobre è scambiato a 85,43 dollari con un aumento dello 0,39%. Il Brent con consegna a novembre passa di mano a 91,25 dollari con un aumento dello 0,45%.
In mattinata l’attenzione sarà concentrata anche sull’intervento della presidente della Bce, Christine Lagarde, dopo che ieri il vice Luis de Guindos ha detto che la banca centrale europea deve adottare misure risolute per sradicare l’inflazione alta. Sul fronte macroeconomico, i dati cinesi, con produzione industriale e vendite al dettaglio in crescita oltre le attese ad agosto, confermano il rafforzamento della nascente ripresa della seconda economia mondiale.
C’è attesa per i dati finali sui prezzi al consumo ad agosto in Italia, e nell’Eurozona, dopo il nuovo record del +9,1% su base annua registrato dalla stima flash di Eurostat.